L’Antimafia ha chiesto la documentazione. Delmastro: “Non arretreremo, insistiamo su richiesta di applicazione del carcere duro”.
Roma – Giovanni Riina, figlio del “capo dei capi” di Cosa Nostra per associazione mafiosa e omicidio, è in carcere dal 1996. Ora la Corte di Cassazione, per la prima volta dal 2002, ha annullato con rinvio la proroga del regime di carcere duro. I giudici, accogliendo l’istanza di Riina, ha ritenuto “meramente apparente” la motivazione con cui il tribunale di Sorveglianza di Roma aveva stabilito invece la correttezza del provvedimento del ministero della Giustizia con cui il 9 novembre del 2023 era stato rinnovato ancora una volta il 41 bis per il detenuto. L’Antimafia ha chiesto la documentazione.
“Chiederò le carte su Giovanni Riina, figlio del capo indiscusso di Cosa Nostra. La storia criminale di questo uomo non conosce dissociazioni e il solo cognome incute, ancora oggi, paura e una sorta di pericolosa e aberrante fascinazione. Metteremo la Commissione parlamentare antimafia a difesa del 41bis”, ha annunciato la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo. Riina, che venne arrestato il 10 giugno del 1996, è al 41 bis dal 20 giugno del 2002. Da allora il regime carcerario è stato sempre prorogato ogni biennio, anche se la posizione di vertice all’interno di Cosa nostra non è mai stata accertata.
“Sul 41 bis non arretreremo”, ha replicato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, aggiungendo che “pur nel rispetto dovuto alla Suprema Corte, insisteremo nella richiesta di applicazione del regime del carcere duro a Giovanni Riina. La conclamata e attuale pericolosità mafiosa di Giovanni Riina non consente di abbassare la guardia. Per fronteggiare i non condivisi ragionamenti della Suprema Corte, rappresenteremo tutti gli elementi raccolti dagli investigatori circa il ruolo ricoperto da Riina nell’associazione e la attuale pericolosità personale e della consorteria”.
Sulla stessa linea è il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. “Il 41 bis – sottolinea – è uno strumento fondamentale per smantellare il potere della mafia nella gestione dei traffici criminali sul territorio. Leggeremo le motivazioni, ma finché ci sarà Fratelli d’Italia al governo la lotta alla mafia sarà una priorità assoluta e la difesa del 41 bis resterà un pilastro indiscutibile”. Ma i legali hanno messo in evidenza che il provvedimento di proroga del 41 bis “non contiene alcuna rinnovata valutazione sulla pericolosità” di Riina e “ripropone motivazioni dei decreti precedenti”.