Mafia e appalti truccati: sequestri per oltre mezzo milione a due imprese edili nel Messinese

Scoperto un sistema per aggirare l’interdittiva antimafia e incassare fondi pubblici. Sequestrate società, mezzi e terreni.

Palermo – Nell’operazione antimafia eseguita all’alba di oggi dai Carabinieri di Messina, guidati dal colonnello Lucio Arcidiacono, è stato individuato anche il meccanismo attraverso cui una seconda ditta, già sottoposta a interdittiva antimafia dal 2020 e riconducibile a un indagato di 36 anni, riusciva a ricevere risorse pubbliche. Tali fondi, ai quali non avrebbe potuto accedere legalmente, venivano ottenuti tramite trasferimenti di denaro provenienti dalle attività di un’impresa fittiziamente intestata.

È stata inoltre documentata la condotta di un altro indagato, di 59 anni, che avrebbe agito per individuare e recuperare, facendo ricorso a pressioni e intimidazioni, mezzi meccanici già appartenuti a un’impresa confiscata a lui collegata e in passato ceduti ad altri imprenditori.

Parallelamente, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, relativo al capitale sociale e al compendio aziendale di due società edili con sede a Mazzarrà Sant’Andrea, riconducibili a due indagati. Sono stati inoltre sequestrati un impianto di frantumazione di inerti, due terreni e otto mezzi d’opera nella disponibilità delle due imprese, per un valore complessivo superiore ai 500.000 euro.

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