Si chiude con una pioggia di condanne il processo nato dall’inchiesta “Doppio petto”. Coinvolti figli, moglie e figlia del boss defunto. Risarcimento all’imprenditore che pagava il pizzo.
Catania – Venti condanne per un totale di oltre 180 anni di carcere: è l’esito del processo abbreviato legato all’inchiesta “Doppio petto” contro il clan Ieni, articolazione del gruppo mafioso Pillera-Puntina. La sentenza è stata pronunciata dal Gup di Catania Anna Maria Cristaldi.
I familiari del boss tra i principali imputati
Tra i condannati figurano i figli del capomafia Giacomo Maurizio Ieni, deceduto prima del processo: Francesco Ieni (20 anni di reclusione) e Dario Giuseppe Antonio Ieni (12 anni e 8 mesi). Entrambi erano stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa nel 2024, su richiesta della Procura etnea. Condannate anche la figlia Piera Liliana Ieni (7 anni e 6 mesi) e la vedova Francesca Viglianesi (10 anni) per estorsione.
Risarcimento a un imprenditore sotto pizzo
Il giudice ha disposto un risarcimento di 10.000 euro all’imprenditore Angelo Di Martino, ex presidente di Confindustria Catania, che secondo le indagini pagava il pizzo al clan senza denunciarlo.
Un’inchiesta che ha colpito il cuore dell’organizzazione
L’operazione “Doppio petto”, eseguita il 1 dicembre 2023 dalla squadra mobile di Catania, ha portato alla luce un sistema criminale basato su estorsioni, traffico di droga, usura e porto d’armi, con 18 arresti e numerose prove a carico degli affiliati.