Ma dove vai se l’armocromia non ce l’hai?

Nelle ultime settimane è balzato agli onori della cronaca, grazie al noto servizio fotografico con protagonista Elly Schlein, il termine “armocromia” che si riferisce ad un fenomeno, in realtà, già abbastanza conosciuto.

Roma – Un po’ stupiti, ci si è chiesti cosa fosse mai l’armocromia. Un nuovo virus, una malattia letale, o una nuova tendenza musicale? Niente di tutto ciò. Il casus belli è sorto da una intervista della leader del Partito Democratica, prima donna ad avere questa investitura, Elly Schlein, che al periodico Vogue Italia ha dichiarato: “Le mie scelte di abbigliamento dipendono dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”.

Il tema, quindi, riguardava “quanto fosse importante, in politica, sapersi vestire”. L’intervista, in realtà a largo raggio, ha toccato temi sociali ed economici, diritti sociali ed ambientali. Però, è chiaro, che essendo Vogue uno dei più prestigiosi e autorevoli magazine di moda, l’aspetto che ha suscitato interesse è stato il modo di vestirsi che ha sopravanzato gli altri e il tritacarne massmediatico ha mostrato in modo quasi ossessivo interesse per un dettaglio, all’apparenza frivolo, come la parola “armocromia”. Si tratta del primo approccio della consulenza di immagine ed è una disciplina scientifica che permette di individuare la gamma di colori ideale per ciascuno di noi, ovvero quelli che valorizzano il soggetto, attraverso l’analisi della combinazione di pelle, occhi e capelli.

Il servizio su Elly Schlein pubblicato su Vogue Italia.

Certo che se l’intento della nuova leader della sinistra italiana ha come punto di riferimento la classe lavoratrice, non è certo l’armocromia il fattore decisivo per le sorti di chi si alza all’alba per guadagnarsi il pane. Comunque, è una tecnica le cui prime elaborazioni risalgono alla metà dell’800 ed è meno superficiale di quanto possa apparire. Ha a che fare, infatti, con varie discipline quali la chimica, l’estetica, l’arte e la psicologia. In genere viene individuato un gruppo tonale, quasi sempre definito secondo le 4 stagioni: primavera, estate, autunno e inverno e da sotto-varianti. In questo modo si facilita la definizione di quali sono i colori che meglio si abbinano a ogni individuo.

Negli ultimi anni, l’armocromia ha avuto un forte successo grazie agli esperti e influencer che navigano sui social, facendo di questa tecnica un’attività seria e remunerativa. A prima vista sembrerebbe un variegato passatempo per chi ha molto tempo a disposizione e, anche, il lusso di dedicarsi a shopping o make up. Invece è tutta la nostra quotidianità che ne viene sfiorata trasversalmente, soprattutto quando si ha a che fare con qualsiasi tipo di comunicazione. Se si parla di marketing, non si può fare a meno di essa. Così come di politica da quando l’immagine, il mostrarsi al pubblico hanno messo in secondo piano, forse, anche i contenuti.

A ogni stagione corrispondono dei colori.

Ormai nel gruppo di lavoro di ogni leader politico di un certo spessore non può mancare il consulente d’immagine, perché si comunica col modo di vestire e di gesticolare. Anche nelle situazioni più problematiche, come la guerra in Ucraina, dove le T-shirt verde militare del premier Zelensky sono diventate proverbiali. Una volta si diceva: “l’abito non fa il monaco” per significare che bisogna diffidare delle apparenze. Ed, invece, come abbiamo visto: “l’abito È il monaco”!

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