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L’ultimo “no”, la lite, gli spari: fine pena mai per l’aiuto cuoco killer di Danjela

Ergastolo in primo grado per Safayou Sow, il 28enne della Guinea che nel maggio scorso a Savona ha ucciso l’ex fidanzata albanese che l’aveva lasciato.

SAVONA – Ergastolo per l’uomo di origine guineana che ha ucciso Danjela Neza, cameriera albanese di 29 anni, con due colpi di pistola alla testa il 6 maggio dell’anno scorso. A deciderlo è stata la Corte d’Assise di Savona, presieduta da Fiorenza Giorgi, che lo scorso 1 febbraio ha pronunciato il verdetto di condanna che va oltre l’istanza del pubblico ministero Luca Traversa che aveva chiesto 30 anni di reclusione per l’imputato Safayou Sow, 28 anni, aiuto cuoco. In più il primo grado di giudizio ha inflitto all’assassino, reo confesso, un risarcimento del danno pari a 318mila euro per la madre della vittima e 100mila euro per il fratello, oltre all’isolamento del detenuto per un anno.

Danjela Neza

La pubblica accusa aveva accollato a Sow tre circostanze aggravanti: la relazione affettiva, la premeditazione del reato e i futili motivi, ma come attenuante ha dovuto ammettere che l’uomo si era poi consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine e in più aveva anche collaborato con gli inquirenti, fornendo loro la password del cellulare della vittima sul quale sono stati trovati gli audio degli ultimi istanti di vita della donna. Il giudice Giorgi ha ritenuto invece di infliggere il fine pena mai al guineano autore dell’odioso femminicidio. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Mobile savonese, diretti da Vito InnamoratoSafayou Sow, arrivato in Italia con un barcone come tanti suoi connazionali, aveva conosciuto Neza un mese prima del delitto nel ristorante del Club nautico di piazzetta D’Alaggio dove lavorava in cucina.

I due avevano intrecciato una relazione sentimentale che ben presto si era esaurita per Danjela, fermamente decisa a troncarla di netto. Sow non aveva accettato quella che considerava una scelta unilaterale e aveva iniziato a perseguitare la giovane chiedendole anche di abbandonare il posto di lavoro per poi ricattarla con diverse immagini intime. Pur di non rivederlo Danjela si era messa in ferie ma Sow era riuscito lo stesso a raggiungerla con decine di telefonate e richieste di appuntamento. Con la scusa di chiarire un’ultima volta la fine della loro relazione l’uomo le aveva chiesto un ennesimo incontro e la donna aveva deciso di accontentarlo, quanto meno per tentare di convincerlo a chiudere quel rapporto malato una volta per tutte. I due decidevano di incontrarsi nella tarda serata del 6 maggio 2023.

La polizia sulla scena del crimine

Dopo diverse ore trascorse insieme a mangiare kebab e bere birra gli ex fidanzati si trasferivano in piazza delle Nazioni, intorno alle 2 di notte. Qui avrebbero incominciato a litigare con l’uomo che le giurava eterno amore e la donna che non vedeva l’ora di andarsene per sempre. Al culmine dell’alterco nella mano destra di Sow faceva la sua comparsa una semiautomatica calibro 22 con matricola abrasa. L’uomo puntava l’arma in faccia alla giovane e faceva fuoco centrando in pieno il suo obiettivo. Danjela stramazzava sul selciato della piazza in un lago di sangue e spirava poco dopo. Sow, forse resosi conto della tragedia che si era consumata, chiamava il 112 con il suo telefonino e informava l’operatore di avere ucciso una donna.

Sul luogo si portavano alcune volanti della polizia e i soccorritori del 118 che nulla potevano per salvare la vita della vittima:

Non volevo ammazzarlaaveva detto a caldo l’assassino – ma poi lei mi ha gridato in faccia che i suoi non vedevano bene quella relazione e mai avrebbero potuto accettarla. Ed io ho sparato con una pistola che ho trovato dentro un’aiuola…”.

Il noto locale del centro dove i due si erano conosciuti

La menzogna della semiautomatica trovata occasionalmente veniva a galla e la polizia ne avrebbe attribuito la vendita illegale a tale Yuri Scalise, 51 anni, arrestato il successivo 22 luglio dalla Squadra mobile savonese per ricettazione e cessione di arma clandestina. L’uomo però aveva negato di avere venduto a Sow e si dichiarava innocente. L’ergastolano, prima del delitto, aveva cercato sul web informazioni su come usare una pistola che poi effettivamente si era procurata: ”Questa pena è una risposta importante per la famiglia da parte dello Stato, ha detto dopo la sentenza l’avvocato Lucrezia Novaro, legale delle parti civili.

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