L’UE conferma l’undicesimo pacchetto di sanzioni ai danni della Russia

Le nuove misure di restrizione rafforzano e ampliano i controlli sulle esportazioni e introducono un nuovo meccanismo per monitorare le aziende russe sospettate di aggirare i divieti. Aumenta la pressione sulla Russia. Scacco matto a Putin?

Roma – Ancora penalità e limiti anche all’ordinaria vitalità russa onde limitare risorse e pax interna. Le sanzioni europee hanno avuto e stanno avendo, a quanto pare, un forte impatto sull’economia di Mosca ed anche sulla capacità di finanziare la sua guerra di invasione e distruzione.

Dal Consiglio dell’Ue è arrivato, pertanto, il via libera all’adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il secondo introdotto dall’inizio dell’anno, l’undicesimo dall’inizio della guerra d’invasione russa in Ucraina il 24 febbraio 2022. Lo scopo è di aumentare la pressione sulla Russia privandola ulteriormente delle risorse di cui ha disperatamente bisogno per proseguire la sua guerra contro l’Ucraina.

Questo almeno lo scopo dell’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. L’elemento di vera novità è il contrasto all’elusione rispetto a quanto già previsto finora, attraverso un nuovo strumento anti-elusione che sarà attivato solo in caso di fallimento del rafforzamento della cooperazione con i Paesi terzi.

L’alto rappresentante UE, Josep Borrell

In questo scenario, che peraltro sembra non auspicato da Bruxelles, si metterà in moto un processo in due fasi, ovvero una “azione rapida, proporzionata e mirata”, finalizzata “esclusivamente a privare la Russia di molte risorse”. In altre parole, il Consiglio potrà decidere all’unanimità di limitare la vendita, la fornitura, il trasferimento o l’esportazione di beni e tecnologie la cui esportazione verso la Russia è già vietata, in particolare trattasi di prodotti e tecnologie per il campo di battaglia a Paesi terzi, la cui giurisdizione è dimostrata essere a rischio.

In particolare, viene aggiornato l’elenco delle restrizioni più severe sulle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso, come quello dei prodotti che potrebbero contribuire al potenziamento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia. Ne sono stati aggiunti 15 di nuovi, tra cui componenti elettronici, materiali per semiconduttori, attrezzature per la produzione e il collaudo di circuiti elettronici integrati e schede a circuito stampato, precursori di materiali energetici e di armi chimiche, componenti ottici, strumenti di navigazione, metalli utilizzati nel settore della difesa e attrezzature marine.

Bruxelles ha deciso anche di inasprire le restrizioni sulle importazioni di prodotti siderurgici e di vietare l’esportazione di auto elettriche e ibride di lusso. Di grande importanza per l’Unione anche la lista delle persone indiziate e dei patrimoni soggetti al congelamento dei beni, nonché al divieto di viaggio sul territorio dell’Unione di oltre 1.500 persone. Con il nuovo pacchetto sono stati aggiunti 100 nuovi soggetti, tra cui alti ufficiali militari, responsabili della deportazione illegale di bambini e del saccheggio del patrimonio culturale ucraino, uomini d’affari, giudici e banche che operano nei territori occupati, aziende informatiche che forniscono tecnologia, software critici all’intelligence e propagandisti.

È stata, anche, estesa la sospensione delle licenze di trasmissione ad altri cinque media oltre a quelli già inseriti. Insomma, tutte le altre emittenti sotto il controllo permanente, diretto o indiretto, della leadership della Federazione Russa e che preoccupano anche in vista delle elezioni europee del 2024. La propaganda russa, infatti, ha ripetutamente e costantemente preso di mira i partiti politici europei, soprattutto durante i periodi elettorali.

Le nuove restrizioni voglio mettere in ginocchio la Russia

C’è infine la questione dei trasporti e dell’energia. In primis è stato esteso il divieto di trasportare merci nell’Ue, su strada, con i rimorchi e semirimorchi immatricolati in Russia, anche se trasportati da autocarri immatricolati fuori dalla Russia. Inoltre, è stato deciso anche di vietare l’accesso ai porti dell’Ue a tutte le navi che effettuano trasferimenti da nave a nave, se le autorità competenti hanno “ragionevoli motivi” per sospettare che la nave stia violando il divieto di importare greggio e prodotti petroliferi russi o stia trasportando prodotti russi acquistati al di sopra del massimale di prezzo concordato dalla Price Cap Coalition.

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