Sono in pull position nazioni come Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito e Finlandia ma anche Corea e Cina. Anche gli Usa sono messi male: 98mo posto.
Il Global Innovation Index (GII) è un indice per misurare quali sono le economie più avanti con l’innovazione al mondo. Nell’ambito delle ricerche socioeconomiche esistono vari centri studi (definiti think tank in inglese, la lingua dominante che se utilizzata rende più figo chi la parla) che compiono analisi, ricerche su vari aspetti dell’economia mondiale. E’ il caso di WIPO, l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite.
Il suo scopo è promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo, incoraggiare la creatività attraverso la conclusione di nuovi trattati internazionali e fornire servizi per la registrazione di marchi, brevetti e disegni a livello internazionale. Ha sede a Ginevra, in Svizzera. Questo serbatoio di pensiero, altra traduzione di think tank, ha pubblicato la 18ma edizione del Global Innovation Index (GII), un indice annuale, che classifica i Paesi in base alla loro capacità di innovazione, considerando sia gli input (investimenti, ricerca, infrastrutture) sia gli output (risultati tecnologici e creativi).
Viene utilizzato per monitorare le tendenze globali dell’innovazione, valutando come i Paesi la supportano e l’applicano attraverso vari indicatori, come brevetti, istruzione e digitalizzazione. Sono state oggetto di studio ben 140 economie a livello mondiale. Cosa è emerso dalla ponderosa ricerca di tante menti sopraffini? L’Europa continua ad essere all’avanguardia. Al 1° posto c’è la Svizzera, posizione confermata per il 15mo anno consecutivo.
Nella top 10 si sono classificate Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito e Finlandia. In realtà l’antica Elvezia, vista come modello a cui ispirarsi per l’innovazione, è risultata prima solo nel parametro “produzione creativa”. Tuttavia si è confermata in classifica tra le prime 10 economie nei 7 pilastri del GII. Ossia: Istituzioni, Capitale umano e ricerca, Infrastrutture, Sofisticazione del mercato, Sofisticazione delle imprese, Output della conoscenza e Output creativo. Gli USA si piazzano al 3° posto, risultati vincenti nella “sofisticazione del mercato e delle imprese”.
Hanno mostrate carenze profonde per le “infrastrutture”, in particolare nelle “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, “Infrastrutture generali”, “Sostenibilità ecologica”. Si tratta del tasto dolente, tanto è vero che gli USA sono al 98mo posto. Secondo il rapporto meritano il cartellino rosso per l’efficienza energetica e l’impiego di energie con basse emissioni di carbonio. Da questi aspetti scaturisce l’assenza di modalità di gestione ambientale dal punto di vista ecologico.

Nella top 10 costituiscono una piacevole sorpresa la Corea del Sud e la Cina. La prima ha raggiunto la vetta della classifica in “Capitale umano e ricerca”. Per la seconda si tratta di una novità assoluta essere tra le prime 10. Secondo WIPO, la Cina è il Paese che ha più investito al mondo in R&S (Ricerca e Sviluppo), col più alto numero di brevetti depositati. E la nostra cara Italia come si è classificata? Se fosse una classifica sportiva si potrebbe dire che occupa una posizione centrale, senza rischi di retrocessione ma nemmeno di spiccare il volo.
Nella “conoscenza” dei prodotti tecnologici si è raggiunto il 17mo posto a livello mondiale. Ed è il risultato migliore! Al 20mo per quanto riguarda la “Creatività dei prodotti”. Ma il fondo si tocca per le “Istituzioni” e la “Sofisticazione di mercato”. Ma la nostra classe politica li legge questi report o fa finta di nulla? Forse conoscono poco la lingua inglese!