Giuliano (Ugl Salute) traccia il bilancio a 45 anni dalla nascita del SSN: “I continui tagli hanno ridotto i PS a gironi danteschi. Per ripartire serve una programmazione condivisa”.
Roma – “Era il 23 dicembre 1978 quando, con l’approvazione della Legge 883, nasceva il Servizio Sanitario Nazionale, fondato su tre principi: universalità uguaglianza ed equità. Un sistema allora rivoluzionario, sociale, che avrebbe dovuto garantire a tutti, nessuno escluso, cure ed assistenza. Oggi, a distanza di 45 anni, cosa resta del SSN?”, si chiede in una nota Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Il mondo guardava all’Italia – prosegue il sindacalista – per il carattere universalistico della sua sanità che avrebbe dovuto garantire quel diritto alla salute, inviolabile ed assoluto, scolpito nell’articolo 32 della Costituzione.
Invece oggi, secondo Giuliano, siamo di fronte ad un sistema ridotto in macerie, incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini. “Liste d’attesa interminabili, riduzione dei posti letto negli ospedali, pronto soccorso simili a gironi danteschi, condizioni di lavoro per gli operatori inaccettabili – tuona il segretario di UGL Salute -. Gli italiani, inutile nascondersi, non possono più curarsi a meno che non ricorrano al privato. Questo in un paese civile è intollerabile. La folle gestione della sanità degli ultimi decenni, con continui tagli ai fondi e al personale, ha prodotto tutto questo”. Ripartire ora, conclude Giuliano, “è complicato, ma solo attraverso un rilancio che si fondi su una programmazione condivisa e che ponga alle fondamenta gli operatori sanitari potremo tornare a garantire agli italiani, senza distinzione di ceto o reddito, assistenza e cure”.