smaltimento rifiuti

Liquami direttamente nei tombini, scattano arresti e sequestro

Nell’operazione “Spurgo Low Cost” la Polizia ha arrestato 13 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata all’illecito smaltimento di rifiuti e inquinamento ambientale.

TRAPANI – Associazione a delinquere finalizzata all’illecito smaltimento di rifiuti e inquinamento ambientale. Sono le accuse mosse alle 13 persone raggiunte da ordinanze cautelari emesse dal gip del Tribunale locale.

Nel corso di un blitz, gli agenti della mobile di Trapani e del commissariato di Castellammare del Golfo, con il supporto della Guardia di Finanza di Alcamo, sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, hanno eseguito un’ordinanza cautelare.

Così sette persone sono finite in carcere, sei invece ai domiciliari.

Le indagini, coordinate dalla Dda, hanno permesso di raccogliere indizi in merito  all’esistenza di un gruppo che, facente capo ad una società che si occupava della gestione di liquami e rifiuti, mediante l’utilizzo di autospurghi, attuava procedure illecite di smaltimento.

Lo smaltimento illecito di rifiuti

Gli agenti hanno scoperto il modus operandi della ditta che prelevava i contenuti delle fosse di case private, negozi o lidi, per poi sversarli nei tombini della città stessa (o talvolta di località limitrofe).

La procedura illecita di smaltimento ha provocato l’avaria o persino la rottura delle pompe di sollevamento ubicate in alcuni tombini.

Il Comune è stato dunque costretto a incaricare la stessa società di intervenire per risolvere le avarie, subendo di fatto delle truffe.

Tra gli indagati c’è anche il titolare di uno studio di biologia, il cui ruolo era sostanzialmente quello di favorire sistematicamente la società incaricata degli smaltimenti stilando referti stereotipati o falsificati, senza la previa esecuzione delle analisi, facilitando le attività illecite e favorendo la massimizzazione dei profitti.

Le indagini hanno permesso di raccogliere indizi su due lavoratori della discarica di Camporeale. I due avrebbero sversato percolato nei terreni limitrofi all’area adibita a discarica.

L’ordinanza cautelare prevede anche il sequestro della società e dell’intero compendio aziendale nonché la nomina di un amministratore giudiziario.

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