L’inclusione delle donne nel Referendum del 2 giugno: storia di uno scatto simbolico

La fotografia di Federico Patellani che immortalò Anna Iberti divenne l’icona di una doppia rivoluzione: la nascita della Repubblica e il diritto di voto femminile.

Roma – Il 2 giugno 1946 non rappresenta soltanto la nascita della Repubblica italiana ma segna anche un momento storico di straordinaria importanza per l’emancipazione femminile: per la prima volta nella storia d’Italia, le donne ottengono il diritto di voto, partecipando attivamente alla scelta del futuro del Paese.

Una rivoluzione silenziosa

Il referendum istituzionale del 1946 fu molto più di una semplice consultazione elettorale. Fu il momento in cui l’Italia, devastata dalla guerra, scelse democraticamente la propria forma di governo ma rappresentò soprattutto l’ingresso delle donne nella vita politica nazionale. Dopo secoli di esclusione, circa 13 milioni di donne italiane si recarono alle urne per esprimere la loro preferenza tra Monarchia e Repubblica.

Questo evento segnò una svolta epocale: le donne non erano più semplici spettatrici della storia ma protagoniste attive del cambiamento. La loro partecipazione massiccia al voto (circa l’89% delle aventi diritto) dimostrò una consapevolezza civica e politica che sfatava ogni pregiudizio sulla presunta inadeguatezza femminile alla vita pubblica.

La nascita della Repubblica

Lo scatto che fece la storia

È in questo contesto rivoluzionario che nasce una delle fotografie più iconiche della Repubblica italiana. Federico Patellani, fotografo monzese classe 1911, già noto per i suoi reportage di guerra e per aver documentato la ricostruzione post-bellica, intuì l’importanza del momento storico che si stava vivendo.

La redazione del “Tempo”, storico settimanale milanese dove Patellani lavorava, cercava un’immagine che potesse rappresentare efficacemente la svolta epocale appena vissuta dall’Italia. Il fotografo, girando per le strade di Milano e riflettendo sul significato profondo di quelle elezioni, ebbe un’illuminazione: quale immagine migliore di una donna che festeggia la nascita della Repubblica?

Anna Iberti: il volto della nuova Italia

La scelta cadde su Anna Iberti, una giovane donna che lavorava come segretaria nella redazione dell’Avanti! Anna, futura moglie del giornalista Franco Nasi, divenne inconsapevolmente il simbolo di una generazione di donne che stavano scrivendo una pagina nuova della storia italiana.

Lo scatto, realizzato davanti ai manifesti elettorali e alle prime pagine dei giornali che annunciavano la vittoria della Repubblica, cattura perfettamente lo spirito di quel momento: la gioia, la speranza e il senso di essere parte di un cambiamento storico. Tra i 41 provini realizzati da Patellani (oggi conservati al Museo della Fotografia di Cinisello Balsamo), quello destinato alla copertina del “Tempo” del 15 giugno 1946 divenne un’icona.

Il mistero dell’identità

Per decenni, l’identità della protagonista di questa fotografia simbolica rimase un mistero. Patellani, morto nel 1977, non aveva mai rivelato il nome della modella, mentre Anna Nasi (questo il cognome acquisito dopo il matrimonio) aveva sempre mantenuto il riserbo sulla sua storia. Solo nel 2016, grazie al lavoro investigativo dei giornalisti di Repubblica, Lonardi e Tedeschini Lalli, la verità venne alla luce attraverso le testimonianze delle due figlie di Anna, che raccontarono la storia 70 anni dopo.

L’eredità di un momento storico

Questa fotografia rappresenta molto più di un semplice documento giornalistico: è la testimonianza visiva di una rivoluzione democratica che coinvolse per la prima volta nella storia italiana anche le donne. Il volto sorridente di Anna Iberti incarna la speranza di una generazione femminile che, dopo aver vissuto gli orrori della guerra, si trovava finalmente protagonista della ricostruzione nazionale.

Il 2 giugno 1946 non fu solo il giorno in cui l’Italia scelse la Repubblica: fu il momento in cui le donne italiane conquistarono definitivamente il loro posto nella società civile, dimostrando che la democrazia non poteva prescindere dalla loro partecipazione.

Il sorriso di Anna Iberti continua a ricordarci che la democrazia è un bene prezioso, costruito anche grazie al contributo di milioni di donne che, per la prima volta, poterono dire la loro sul futuro del Paese.

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