Liliana Resinovich, quindici capelli per inchiodare il killer

Ritrovati sul corpo della 63enne triestina, potrebbero rivelare tracce di DNA. La perizia: “Colpita quattro volte alla testa e uccisa da una manovra al collo”.

Trieste – Secondo la relazione medico-legale redatta dall’anatomopatologa Cristiana Cattaneo insieme agli esperti Vanin, Tambuzzi e Leone, incaricati dalla Procura, Liliana Resinovich sarebbe deceduta con “elevata probabilità” nella mattinata del 14 dicembre 2021, entro quattro ore dalla colazione. Dato che la donna aveva consumato il pasto mattutino tra le 8 e le 8.30, si ipotizza che il decesso sia avvenuto intorno a mezzogiorno. Gli investigatori stanno quindi cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti della vittima, che è stata vista per l’ultima volta alle 8:50, ripresa da una videocamera di sorveglianza mentre attraversava piazzale Gioberti.

La morte di Liliana Resinovich, secondo la perizia, non può essere stata causata da un incidente, come una semplice caduta. Nella loro relazione medico-legale, evidenziano che il volto della donna presenta lesioni non solo sulla parte frontale, ma anche sui lati destro e sinistro, oltre che sulla mano destra. Inoltre, queste ferite risultano riconducibili a quattro impatti distinti, suggerendo che siano il risultato di colpi inferti.

Liliana Resinovich è scomparsa il 14 dicembre 2021 dopo essere uscita dalla sua abitazione a Trieste, per poi essere ritrovata senza vita il 5 gennaio successivo in un’area boschiva nelle vicinanze. Gli esperti spiegano che, affinché si possa considerare un’ipotesi accidentale, sarebbe necessario immaginare una dinamica estremamente insolita, come un rotolamento o un movimento che abbia portato il viso a colpire ripetutamente una superficie piana o smussata.

Le conclusioni dell’analisi medico-legale escludono l’ipotesi del suicidio. Secondo gli esperti, la causa del decesso è riconducibile a un soffocamento meccanico esterno, associato a lesioni traumatiche riscontrate sulla testa, sulla mano destra e, con alta probabilità, su altre parti del corpo come il torace e gli arti. In particolare, a uccidere la donna sarebbe stato un movimento di iperflessione o iperflessione combinata con forze di rotazione del segmento cervico-toracico, il “chokehold”. La relazione medico-legale parla di una “manovra di afferramento da tergo con incavo dell’avambraccio dell’aggressore che avvolge il collo”. La morte, con “elevatissima probabilità”, sarebbe avvenuta nella mattinata del 14 dicembre 2021, lo stesso giorno della scomparsa della donna, e non vi sono evidenze che il corpo sia stato sottoposto a congelamento.

Uno degli elementi chiave dell’indagine riguarda l’analisi di diversi capelli e peli pubici ritrovati sul corpo della vittima, almeno 15, che potrebbero rivelare tracce di DNA appartenenti ad altre persone. L’esame degli indumenti e dei sacchetti in cui era avvolto il capo della donna ha permesso di individuare queste formazioni pilifere, suggerendo la necessità di ulteriori analisi genetiche mediante nuove tecniche di sequenziamento avanzato (Ngs). L’obiettivo è verificare l’eventuale presenza del DNA di un possibile responsabile. Tuttavia, la quantità di materiale disponibile è limitata e sussiste il rischio di contaminazione nelle prime fasi investigative.

Per quanto riguarda il ritrovamento del corpo, gli esperti forensi ritengono che Liliana sia rimasta in posizione fetale “sin dal momento del decesso” o sia stata collocata in quel luogo poco dopo, comunque non oltre le 6-10 ore dalla morte. Non emergono elementi tecnici che suggeriscano un trasferimento del cadavere dopo il decesso, ipotizzando quindi che sia sempre rimasto nel luogo in cui è stato rinvenuto.

La Procura di Trieste, affidando l’incarico a Cristiana Cattaneo per un’analisi approfondita, sta esaminando una perizia di oltre 200 pagine, ora nelle mani della pm Ilaria Iozzi, nuova titolare del caso. Si stanno valutando anche i dati raccolti nelle fasi iniziali dell’indagine, sebbene al momento non vi siano misure cautelari imminenti. La perizia suggerisce inoltre di riesaminare tutti i campioni genetici già raccolti, compresi i capelli analizzati in precedenza dalla polizia scientifica.

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