Il presunto assassino avrebbe attirato in casa la vittima con la scusa di un malore del suo cane. Dopo aver girato le telecamere ha atteso che entrasse nell’appartamento. Poi il violento litigio ed il probabile omicidio a cui sarebbe seguito l’occultamento del cadavere che non è stato ancora ritrovato.
Castiglione delle Stiviere – Copione trito e ritrito: non aveva digerito la fine della relazione sentimentale. L’ha uccisa attirandola in casa e poi ha nascosto il cadavere. Il 19 gennaio scorso è stato l’ultimo giorno in cui Yana Malayko, Boni per gli amici, ucraina di 23 anni, barista, sarebbe stata vista da diverse persone a Castiglione delle Stiviere nel bar Event Coffee di piazzale Resistenza 2.
In questo locale la giovane lavorava con Dumitru Stratan, 33 anni, moldavo, figlio di Ana Stratan, titolare dell’esercizio commerciale e mamma di Cristina, che l’aiuta nella conduzione del pub. Yana e Dumitru si erano messi insieme tre anni fa e avevano deciso di convivere per poi abitare in un appartamento ubicato sopra il bar, al quarto piano di un palazzo chiamato “il grattacielo”.
L’uomo, ripreso da alcune telecamere di sorveglianza, nottetempo e con un grosso sacco della spazzatura sopra le spalle, sarebbe salito a bordo della propria auto per dirigersi, nonostante una bufera di neve, verso la periferia del paese. Stratan, strada facendo, sarebbe rimasto bloccato dal ghiaccio e dal fango in una strada sterrata di campagna in località Valle.
Grazie ad un contadino che col suo trattore lo aveva trainato sul terreno più compatto, Stratan riusciva a rimettere in moto l’auto che, poco dopo e senza alcuna spiegazione, abbandonava nei campi dove il giorno dopo veniva ritrovata dai carabinieri. Il Mercedes dell’uomo, con una vanga all’interno del bagagliaio, si trovava praticamente accanto alla Fiat 500 di Yana, anche questa abbandonata sul terreno agricolo. Una messinscena o che altro?
Alcuni testimoni oculari avrebbero visto l’uomo nei pressi di un laghetto adiacente una torbiera circondata da fitta vegetazione. Dentro il sacco c’era il cadavere di Yana? L’uomo si sarebbe disfatto del cadavere gettandolo nel laghetto o seppellendolo nei campi? Yana Malayko sarebbe stata vista da più di una persona durante la chiusura del bar, ovvero dopo la mezzanotte del 19 gennaio scorso. Successivamente Yana si sarebbe recata in un ristorante con il suo nuovo compagno per poi tornare in piazza della Resistenza intorno alle 2 di notte. Dumitru le avrebbe inviato, nel frattempo, una serie di sms annunciando alla donna che il suo cane Bulka stava male.
Ma era solo una “trappola” per attirare Yana in quell’appartamento dove si sarebeb consumato l’omicidio. La donna invierà diversi messaggi al suo nuovo compagno invitandolo a stare tranquillo perchè nulla le sarebbe accaduto. La donna si sarebbe anche accorta che Dumitru aveva girato le telecamere che, di li a poco, avrebbero potuto riprendere il femminicidio. Con un ultimo sms Yana comunica al compagno questo particolare, poi il silenzio.
I due pare abbiano litigato sempre per gli stessi motivi. Stratan era geloso e non aveva intenzione di chiudere la relazione ma, di contro, non avrebbe inteso mettere su famiglia come invece sarebbe piaciuto a Yana. La ragazza, più volte, aveva intimato all’uomo di assumersi le proprie responsabilità ma ricevendo un ulteriore diniego aveva deciso di andarsene per sempre. Per altro la giovane aveva conosciuto un altro uomo con il quale si sarebbe accompagnata diverse volte in prospettiva di un futuro migliore. Anche l’ultima notte Yana l’avrebbe trascorsa con lui prima di incontrare Dumitru che avrebbe architettato la messinscena del malore del cane a cui la vittima era molto affezionata.
Da qui ne sarebbe scaturito un ennesimo, violento alterco al culmine del quale Stratan avrebbe ucciso la compagna per poi uscire di casa e nasconderne il cadavere. Ma è andata proprio cosi? Il 20 gennaio Cristina Stratan sarebbe entrata nella casa dove abitava il fratello rimanendo terrorizzata: ”Ho visto sangue, sangue ovunque, e Yana non c’era – avrebbe detto Cristina – così ho fatto arrestare mio fratello. Non so più cosa fare, è una tragedia grandissima…”.
Sul luogo arrivavano i carabinieri che poco dopo rintracciavano Dumitru Stratan il quale, dopo le formalità di rito, veniva tradotto nel carcere di Mantova con l’accusa di omicidio volontario e non solo. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip Antonio Serra Cassano che nella convalida del fermo confermava la reclusione e le accuse di omicidio volontario, con le aggravanti della relazione affettiva e della premeditazione, oltre all’occultamento di cadavere.
Gli inquirenti stabiliranno che Stratan sarebbe rimasto in casa dalle 2 di notte alle 5 del mattino. Yana dunque sarebbe rientrata nell’abitazione proprio a quell’orario ma non ne sarebbe uscita viva:
”Mia figlia Yana – racconta Oleksander Malayko, 56 anni, padre della vittima – è arrivata in Italia 7 anni fa perché era malata. Per fortuna, grazie ai medici italiani, è guarita. Da allora ha deciso di rimanere qui con la nonna, che vive a Romano di Lombardia. L’ho sentita l’ultima volta alle 16.15 di giovedì 19 gennaio, aveva deciso di chiudere quella relazione perché Dumitru non era serio, pensava solo agli amici e all’alcol e non voleva una famiglia. Gli aveva dato un ultimatum, ma lui non era cambiato. Era una ragazza sana, gentile e molto bella. Era il mio sole…Ridammi mia figlia, dimmi dov’è”.