Le valli dell’idrogeno si stanno espandendo anche in Italia

Le Hydrogen Valley sono il futuro della decarbonizzazione. Con investimenti miliardari, l’Italia punta su idrogeno verde e sostenibilità energetica.

Oltre alle comuni valli, che in geografia sono definite come depressioni più o meno allungate della superficie terrestre racchiuse tra due versanti montuosi convergenti, alla ribalta della cronaca sono balzate le valli dell’idrogeno, che sono uno dei vettori energetici di riferimento per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla strategia nazionale ed europea al 2030 e al 2050. 

Per raggiungere gli obiettivi si farà uso, in primis, di energia solare ed eolica, con un impiego nel breve e medio periodo di altre forme a basse emissioni di carbonio. Inoltre, per favorirne lo sviluppo, si penserà alla creazione di “Hydrogen Valley” (Valli dell’Idrogeno), ecosistemi territoriali ove idrogeno prodotto servirà alle industrie presenti in quel distretto e nel trasporto locale. Si tratta di veri e propri hub territoriali che promuovono la produzione e l’utilizzo di idrogeno favorendo il dialogo tra istituzioni pubbliche, nazionali e locali, imprese, associazioni, Università ed enti di ricerca.

Un forte impulso per la sostenibilità energetica è giunto dagli “Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo” (IPCEI), progetti di cooperazione europea in cui le aziende, gli Stati membri e la Commissione Europea, ciascuno con il proprio ruolo, lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune. Un mare di svariati miliardi di euro si riverserà sui territori nazionali ed europei stimolando la salivazione per pregustare il lauto banchetto alle tante “iene” sempre in agguato che compongono le varie consorterie politico-criminali! Una delle prime iniziative per l’idrogeno “green” nel nostro Paese è la “Puglia Green Hydrogen Valley”, con la realizzazione di impianti a Taranto e Brindisi. E’ un’opportunità strategica per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di transizione energetica che la Regione si è prefissata, per la decarbonizzazione del proprio settore industriale e in particolare del polo siderurgico tarantino. 

A fare da corollario a questo progetto c’è il possibile incremento di un ecosistema digitale su scala reale per il monitoraggio e la gestione degli impianti di idrogeno verde. Tramite il taumaturgico e venerato come un Dio, PNRR (Piano Nazionale di Ripresa Resilienza) sono stati finanziati 52 progetti per la creazione di valli dell’idrogeno nel Belpaese, di cui la metà nel Meridione. Come al solito alle buone intenzioni sono seguiti i soliti ritardi, rallentamenti tipici del nostro Paese. E pensare che la data ultima per la loro costruzione è la fine del 2026! Per l’Italia gli investimenti ammontano a 3,64 miliardi, mica bruscolini!

Al Sud sono stati destinati 28 progetti, pari a 225 milioni di euro, al Nord 17 progetti per 162,5 milioni di euro, al Centro 7 progetti per 62,5 milioni di euro. In Europa è stata fondata, finanche, la Banca europea dell’idrogeno per creare investimenti e opportunità commerciali per la produzione europea e globale di idrogeno rinnovabile. Uno strumento finanziario, non un luogo fisico, gestito internamente dalla Commissione europea (CE).

Quest’ultima, inoltre, ha creato la Clean Hydrogen Partnership Joint Undertaking, una partnership pubblico-privato che sostiene le attività di ricerca e innovazione nel campo delle tecnologie dell’idrogeno per contribuire alla strategia del Green Deal e dell’idrogeno dell’Unione Europea. Qualunque progetto teso a produrre energia pulita è accolto favorevolmente da parte di tutti. Si spera che tutto vada a buon fine, anche se conoscendo l’animo umano i dubbi sono tanti!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa