Le tracce di Daniela Ruggi portano a Modena, poi un buco nero

Segnalata due volte in città a metà ottobre, la 31enne scomparsa non ha contattato la famiglia. Chi sono gli amici con cui si accompagna? E’ trattenuta con la forza?

MONTEFIORINO (Modena) – Dopo la testimonianza degli operatori di Porta Aperta, l’associazione modenese di volontariato che si occupa di assistenza ai cittadini disagiati, che hanno asserito di avere visto Daniela Ruggi, 31 anni, scomparsa dalla sua casa di frazione Vitriola il 20 settembre scorso, a metà ottobre, anche Antonella Bernardo, impiegata alla biglietteria dell’autostazione Seta Spa di Modena conferma di aver incrociato la donna scomparsa. Pure in questo caso, secondo la dipendente, Daniela Ruggi si trovava nella città emiliana intorno a metà ottobre. La Procura, com’è noto, ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di sequestro di persona che sino ad oggi vede come unico indagato Domenico Lanza, 67 anni, detto “Lo sceriffo”, guardia giurata in pensione:

Daniela Ruggi

” Quando l’ho vista in tv l’ho riconosciuta subito – ha detto Antonella Bernardo –  il suo sorriso mi aveva colpito, con quella sua dentatura particolare. Era arrivata tutta sorridente allo sportello e mi aveva chiesto informazioni sull’autobus per Pavullo. Le avevo risposto che sarebbe partito alle 12 dalla corsia numero due. Era sola quando l’ho vista. Aveva uno zaino sulle spalle quel giorno, tipo quello degli scout e un tappetino da palestra color verde chiaro. Era ancora un periodo mite, le temperature non erano basse e la ragazza indossava un vestitino leggero: me la ricordo perfettamente. Si è avvicinata allo sportello da sola, dopo di che se n’è andata. Era Daniela Ruggi e lo affermo con certezza”.

La biglietteria dell’autostazione di Modena dove sarebbe stata avvistata Daniela

Del resto, come avevamo accennato in apertura, il presidente di Porta Aperta, Alberto Caldana, è sicuro che a rivolgersi alla mensa del sodalizio era proprio Daniela che si trovava in compagnia di altri individui:

“È venuta qui Daniela – ha aggiunto il responsabile del sodalizio assistenziale – Era fine ottobre e si trovava in compagnia di alcune persone: ragazzi tra i 25 e i 30 anni che vivono ai margini e che conosciamo: solitamente dormono nei casolari abbandonati. Non hanno trascorsi delinquenziali e non sono segnalati per uso di sostanze ma da quel giorno non abbiamo più visto né Daniela né i ragazzi. La donna indossava una giacca pesante. Ho visto Daniela mentre consumava un pasto con i suoi amici. Sembrava in una situazione di normalità”.

Alberto Caldana

Attese queste testimonianze l’avvocato dell’indagato, Fausto Gianelli, è convinto che questi recenti fatti, da soli, scagionerebbero il suo assistito. Lo scorso 16 dicembre i carabinieri del Ris hanno passato al setaccio l’abitazione di Lanza a Polinago ma non hanno rilevato alcuna traccia di sangue né altri indizi. L’uomo, finito dietro le sbarre per detenzione di armi clandestine e nel contempo indagato per sequestro di persona, nella sua auto custodiva alcuni indumenti intimi di Daniela e pare che dal suo telefonino abbia cancellato messaggi e anche qualche video. Perché? A fronte di queste nuove rivelazioni Daniela non sarebbe scomparsa a settembre, come inizialmente ipotizzato, ma a ottobre. Ma ci sono anche diverse persone che asseriscono di averla vista in stazione non solo a Modena ma anche a Sassuolo dove pare fosse solita recarsi per incontrare alcuni amici stranieri.

Chi erano questi amici? Tutte persone per bene? Ma se fra il 15 ed il 20 ottobre la donna si trovava su Modena, successivamente che fine ha fatto? Perché non è tornata a Vitriola? Sarebbe trattenuta presso terzi con la forza tanto da non potere comunicare con la madre e la sorella? Tornando a Domenico Lanza, armi a parte, non sembra che con Daniela avesse una relazione sentimentale oppure un’amicizia particolare. L’uomo si sarebbe limitato ad ospitarla qualche volta nella sua casa di via San Martino per farle fare una doccia atteso che in casa di Daniela non c’era acqua corrente. Poi i due sarebbero usciti qualche sera per andare a cenare nella taverna “Del Brutto” vicino casa dello “Sceriffo”.

In casa dello Sceriffo i carabinieri non hanno ritrovato tracce di sangue

Qualche regalino, una chiacchierata e amen, a sentire i bene informati di Polinago che conoscono vizi e virtù dell’odierno indagato. Per il resto sono più gli innocentisti che i colpevolisti, entrambi stanchi di giornalisti e telecamere fra i piedi. La Procura indaga anche su certe frequentazioni equivoche che la donna intratteneva con diversi immigrati africani.

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