Sono tra le protagoniste della società internettizzata, della realtà virtuale. La traduzione sta per ragazze candide. In pratica, sono ragazze terribili, che scambiano foto hot per pochi soldi!
Il cyberspace è una vera e propria piazza virtuale. Come in tutte le piazze si incontrano realtà talmente eterogenee e variegate, che districarsi diventa una missione impossibile. E’ il caso, ad esempio, di un fenomeno che negli ultimi anni è tracimato come un fiume in piena. Si tratta delle candy girls (era il titolo di una serie televisiva presentata in anteprima nel 2009 sul canale televisivo E), ragazze candide, che tanto candide non sono. Infatti, sono ragazzine terribili che conoscono a menadito i meccanismi della rete e scambiano foto hot per soldi e ricariche telefoniche.
L’allarme è stato lanciato dall’osservatorio anti-pedofilia: giovani, alcune giovanissime, spesso benestanti, in cerca di una qualche forma di indipendenza dalla famiglia. All’apparenza le classiche brave ragazze, che non danno e non hanno problemi. Però sul web si trasformano, mettendo in vendita foto nude e video osé per una manciata di euro e/o per una ricarica telefonica. Ragazze benestanti che scelgono la pornografia per avere un’indipendenza economica e non doversi più accontentare della paghetta settimanale dei genitori. A lanciare l’allarme, già da qualche anno, è l’ECPAT, rete internazionale presente in oltre 80 Paesi, impegnata dal 1990 nella protezione dei minori dallo sfruttamento sessuale, entrata a far parte dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia presso il Dipartimento delle Pari Opportunità.
Se prima era il pedofilo ad attrarre il minore nella rete, oggi sono le ragazzine stesse a proporsi sul web con atteggiamenti spregiudicati per diventare facili prede degli adulti. All’inizio il target delle candy girl rimane quello dei coetanei. Ma è facile per l’adulto con maggiori possibilità economiche entrare nel sistema e spingere le ragazze ad andare oltre. E così, dalla ricarica, si passa al regalo di poche decine di euro fino a quello di centinaia.
Il fenomeno, per quanto diffuso e conosciuto da tempo dalle autorità competenti, è ancora di complicata lettura. Nel senso che i segnali per la sua comprensione sono ancora pochi e di difficile interpretazione: si va da minimi mutamenti nel comportamento delle ragazzine alla maggiore sicurezza in se stesse fino al senso di indipendenza. Il vero indice, tuttavia, è virtuale, cioè è determinato dal numero di scambi fatti on line.
Quali soluzioni? Una prima risposta è il monitoraggio continuo dei siti. Ma non basta. Ecpat ha proposto la ratifica della convenzione di Lanzarote (avvenuta con la Legge 172/2012) che raddoppia i termini di prescrizione per la denuncia dell’abuso e la realizzazione di un piano contro gli abusi e lo sfruttamento sessuale dei minori. Intanto, il mercato aumenta e diminuisce, invece, l’età delle ragazzine.
Secondo Marco Baranello, direttore scientifico Smr Psicologia e fondatore della teoria emotocognitiva, il fenomeno non può essere spiegato solo dalla sfera psicologica del soggetto, ma piuttosto, considerando gli atteggiamenti adottati da personalità leader. Cioè, quando nel gruppo si diffonde la notizia dei soldi facili, che consentono un rapido accesso ai propri desideri, è automatico il meccanismo di emulazione. E’ un’attività facile e tra pari, non c’è condanna. Anzi, chi non imita il leader viene quasi escluso o, quanto meno, emarginato dal gruppo.
Pare che le escort non rappresentano un modello di riferimento, però esercitano un fascino irresistibile nella dimostrazione di mostrarsi senza remore per ciò che fanno. Spesso, si sa, gli adolescenti restano affascinati dalla apparente sicurezza manifestata dagli adulti.