Le reazioni della politica italiana alla vittoria di Trump, tra favorevoli e contrari

Le congratulazioni della premier Meloni. Salvini “Vince buonsenso”. Calenda “Ora buia per l’Occidente”. Magi “Una sciagura per l’Europa”.

Roma – Dalla politica italiana sono molte e diverse le reazioni alla vittoria di Donald Trump che ormai secondo i dati è il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Mentre Trump è sul palco con la sua famiglia per dire stop alle guerre, per ribadire la difesa dei confini e per parlare della missione a cui è chiamato dopo essere scampato a ben due attentati, i politici del Belpaese, tra favorevoli e contrari, fa i conti con la realtà. E’ la premier Giorgia Meloni ad aprire le danze dei commenti, “a nome mio e del Governo italiano” a congratularsi con “il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump”. Su X la presidente del Consiglio sottolinea che “Italia e Stati Uniti sono nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. E’ un legame strategico – aggiunge – che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente”. 

Il vicepremier Antonio Tajani parla della politica dei dazi da parte degli Stati Uniti: “c’è e vedremo cosa si farà nei confronti dell’Italia ma molto dipenderà dal confronto con la nuova amministrazione“, ha detto il ministro degli Esteri a “Start” su Sky. “Dobbiamo difendere il nostro export, che rappresenta il 40 per cento del Pil”. E annuncia: “Una delle prime visite che effettuerò il prossimo anno sarà proprio negli Stati Uniti per discutere con la nuova amministrazione delle relazioni commerciali fra Italia e Usa, come si fa fra alleati”, ha proseguito. “Trump alla fine del suo primo mandato presidenziale ebbe nei confronti dell’Italia un atteggiamento più flessibile”, ha ricordato il ministro. “Continueremo a lavorare con determinazione, tutelando l’interesse italiano, nel contesto dell’amicizia transatlantica”, ha proseguito Tajani.

Il vicepremier Tajani e gli obiettivi sulla politica dei dazi

“Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli Usa vincono buonsenso, passione e futuro! Buon lavoro, Presidente Donald Trump”, scrive su Instagram è il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini commentando le elezioni negli Stati Uniti. In un’intervista a Rtl, Salvini alla domanda su cosa pensi del voto popolare a una figura controversa come quella di Trump ha risposto: “Lo chiedete a uno che il 20 dicembre rischia di essere condannato a 6 anni di galera, cioè carcere vero, per aver bloccato gli sbarchi. Se avessero potuto votare i giornalisti e politologi italiani, avrebbe vinto la Harris, ma il problema è che ha votato la gente, bianchi, neri, latini, giovani, anziani, milioni di donne e uomini liberi e per la prima volta Trump ha preso la maggioranza dei voti popolari non solo dei delegati”.

Poi Salvini ha sottolineato: “Una parte nella vittoria sicuramente la ha Elon Musk. Io sono un convinto sostenitore del futuro dell’investimento in ricerca, in innovazione, intelligenza artificiale, spazio, cyber e sicurezza. Musk è un difensore della libertà di pensiero e parola. E’ stato criticato a sinistra a prescindere perché non pensa il politicamente corretto. Ci sono stati cantanti e attori che hanno fatto campagna per Harris e altri per Trump. Non si capisce perché chi ha fatto campagna a sinistra vada bene, mentre gli altri siano mezzi delinquenti“. “Le mie congratulazioni al nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per questa importante vittoria. L’Italia è al fianco degli Stati Uniti e pronta a collaborare con la nuova Amministrazione nell’insegna del rapporto transatlantico e dei nostri comuni valori. Buon lavoro Presidente!”, afferma la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati. Che ironizza: “Kamala Harris una Casellati nera? “L’ho
trovato comunque come un complimento. Kamala è una donna intelligente e preparata con anche anni in meno di me, il che non guasta”.

La ministra Elisabetta Casellati sull’elezione di Trump

Sulla vittoria di Trump interviene in una nota anche la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo (gruppo The Left): “A Donald Trump facciamo le nostre congratulazioni per la elezione a presidente degli Stati Uniti d’America. Le relazioni transatlantiche hanno conosciuto alti e bassi dal dopoguerra a oggi, ma hanno rappresentato e noi ci auguriamo che continuino a rappresentare un faro di libertà, democrazia, giustizia e pace nel mondo. Questi valori recentemente sono stati messi a dura prova da numerose sfide, in primis la guerra in Ucraina. Noi auspichiamo che gli Stati Uniti e l’Unione Europea trovino la via per rafforzare il dialogo per tutelare gli interessi comuni e uno di questi è sicuramente la stabilità e la cessazione delle ostilità in Ucraina e in Medio Oriente”. ”La vittoria netta di Trump – aggiungono – aprirà una riflessione
nelle forze politiche europee. È innanzitutto una lezione per tutti i finti progressisti liberisti e globalisti, che hanno ammainato la bandiera della pace per sposare ogni spinta guerrafondaia”.

Diversa la reazione sui social di Carlo Calenda: “L’Europa, adesso. L’elezione di Trump conferma tante cose che purtroppo già sapevamo sulla politica di questo decennio: paura e rabbia come principale meccanismo di voto; noncuranza verso l’etica pubblica e trionfo dei conflitti di interesse; politica come capacità di intrattenere ed essere ‘star’ prima che statisti; irrilevanza sostanziale dei risultati di governo. Si vota sulla base della propria corrispondenza identitaria ed è spesso un’identità costruita contro ‘l’altro'”.

La reazione alla vittoria di Trump di Carlo Calenda

E ancora, il leader di Azione “Tutto ciò nasce da una crisi lunga dell’Occidente innescata da parole d’ordine come globalizzazione, innovazione, multiculturalismo, diventate politiche ideologiche mal gestite da liberali e progressisti – aggiunge -. Ora l’Occidente vive la sua ora più buia. Separato, indebolito e incapace di ricostruire una leadership fondata sui valori che ne avevano fatto il punto di riferimento di chi desiderava vivere in un sistema libero e giusto. L’Europa, se vuole esistere ancora nell’era Trump, deve fare un salto di qualità immediato. Trump proverà a danneggiarci non solo indebolendo la posizione verso la Russia, scardinando la Nato e imponendo i dazi, ma anche costruendo alleanze con le personalità – Orban in primis – che non vogliono un’Europa più forte. Siamo soli e siamo divisi. Per chi come noi ha sempre creduto nell’idea di un Occidente forte, persuasivo e capace di tutelare la democrazia liberale nel mondo, è davvero un brutto momento, indubbiamente il peggiore dal fine della seconda guerra mondiale”.

Infine Calenda afferma che “l’unico rimedio a ciò che accade e accadrà è riportare le persone all’impegno politico, alla difesa dei valori democratici e occidentali. Siamo in una fase della storia dove nessuno si salva da solo. Vale per i paesi europei così come per i cittadini italiani”. Parla di “sciagura” il segretario di +Europa, Riccardo Magi: “La vittoria di Trump è a tutti gli effetti una sciagura per i diritti, per lo stato di diritto, per le minoranze, per la libertà, per la lotta al cambiamento climatico. Ma soprattutto rischia di essere una sciagura per l’Europa, che potrebbe trovarsi da sola a dover affrontare l’invasione di Putin in Ucraina, la questione mediorientale, il surriscaldamento globale, una crisi industriale senza precedenti, la conversione ecologica, la competizione cinese. È in questo momento che si sente la mancanza di una vera integrazione politica europea, che renda l’Ue un vero attore globale. È il momento della verità: o l’Europa diventa una vera Unione o precipiterà all’indietro”.

Il vice presidente della Camera, Fabio Rampelli

Ai contrari alla vittoria replica il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia: “Il giudizio del popolo americano dovrebbe bastare, ma nel mondo libero e liberale non si sa mai. Chi ha vinto si conosce e stavolta il risultato è blindato, ma vediamo chi ha perso Perdono – nella democrazia più forte del
pianeta – il politicamente corretto, il relativismo culturale, il libertinismo confuso con la libertà, la democrazia fatta dalle elite invece che dai popoli, i salotti buoni ieri frequentati dalle aristocrazie ereditarie e oggi dalla sinistra con la puzza sotto il naso, la globalizzazione, la Cina liberista e comunista (?), la grande finanza che si è subito allineata con il salto in borsa, la cultura della morte, dell’egoismo sociale e della droga, l’immigrazione senza regole che vuole un mondo uguale, senza nazioni, senza identità, senza radici, il pianeta devastato da guerre regionali che rischiano di sommarsi in una tragedia globale”. 

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