Per le donne sono state sottostimate patologie come l’endometriosi, la schizofrenia o il disturbo da deficit d’attenzione e iperattività.
Roma – Solo adesso la salute femminile viene studiata come differenziazione di genere! Fino ad alcuni decenni fa la salute femminile veniva studiata come appendice di quella maschile, senza porsi il problema che la differenza di genere ha un peso rilevante sia nelle diagnosi che nelle cure delle malattie. L’unico settore, quello medico, dove la differenziazione di genere ha un suo peso e dove, invece è stata praticata l’uniformità di analisi e ricerca. Nel senso che quello che valeva per i maschi andava bene pure per le donne. I più recenti studi stanno, però, tentando di colmare questi svantaggi. Infatti, al genere femminile sono state sottostimate patologie come l’endometriosi, la schizofrenia o l’ADHD, il disturbo da deficit d’attenzione e iperattività.
Questo aspetto si è rilevato più deleterio per le donne appartenenti a etnie minoritarie, soprattutto negli USA. Solo negli ultimi tempi, ad esempio, l’ADHD, è stato considerato un disturbo al femminile, soprattutto quello da deficit d’attenzione. I loro sintomi sono stati, spesso, scambiati, ammesso che venissero valutati, come effetti di stati emotivi o difficoltà d’apprendimento. Un caso tipico di cultura maschiocentrica associata alla medicina, nel senso che gli stati emotivi, ad esempio, sono stati considerati per secoli di pertinenza femminile.
Il problema è che i loro sintomi sono nocivi quanto, se non di più, di quelli maschili, ma sono passati, sempre, in secondo ordine. Se si pensa che, negli USA, solo lo 0,5 % degli studi con imaging cerebrale viene praticato sulle donne, si comprende bene questa evidente disparità, che è la causa con cui si spiega perché solo adesso si è scoperto come le mestruazioni rimodellano il cervello. E’ una clamorosa scoperta, in quanto questo processo riguarda le zone del cervello che regolano le emozioni, la memoria e il comportamento. Non c’è, tuttavia, un legame meccanico tra questi studi e il fatto che le donne durante le mestruazioni vengano catapultate in un ginepraio emozionale che condiziona il benessere psicofisico generale.
E’, comunque, molto avvertita l’esigenza di porre al centro della ricerca scientifica il cervello femminile, anche perché, è più soggetto all’Alzheimer e la depressione, come sottoscritto dal “Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences” di Lipsia, in Germania, una delle più importanti istituzioni europee nell’ambito della ricerca di base. Un altro problema sottovalutato, per mancanza di risorse finanziarie e pregiudizio ideologico, è sempre stata la nausea mattutina che manifestano moltissime donne durante la gravidanza e che, invece, può essere un sintomo di un serio disturbo conosciuto col nome di “iperemesi gravidica” (HG). Ovvero, oltre alla nausea, si manifestano episodi di vomito intensi tali da comportare una considerevole perdita di peso.
E pensare che solo fino a qualche anno fa questi sintomi venivano classificati da molti medici come frutto di “isteria”! Un altro aspetto problematico emerso è che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni giorno muoiono quasi 800 donne per complicanze post partum. Succede anche in società avanzate, come gli USA, dove i tassi di mortalità materna, soprattutto tra le donne di colore, sono in crescita. Dall’anno scorso, la “Food and Drug Administration” -l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici– ha approvato una serie di test obbligatori del sangue per prevenire il rischio di mortalità materna. “Basta la salute” è una ricorrente frase popolare.
Vale a dire che essa è la conditio sine qua non, senza la quale non si può affrontare, con efficacia, nessuno evento che la vita ci frappone innanzi. Soprattutto se viene curata a dovere, senza alcun infingimento di sorta. E non come hanno fatto sui poveri corpi femminili, con diagnosi pessime e cure peggiori, perché il termine di paragone è sempre stata la salute maschile!