Micheal Dennis Withbread è alla sbarra per l’omicidio della connazionale Michele Faiers Dawn. Il buen retiro della coppia in Abruzzo, poi le botte e i fendenti letali.
CASOLI (Chieti) – La difesa dell’imputato tenderà ad ottenere il riconoscimento di un parziale vizio psichiatrico per attenuare le conseguenze del femminicidio di cui è accusato. Dal 22 novembre scorso, Micheal Dennis Withbread, ex consulente informatico di 75 anni, cittadino inglese, detenuto a Pescara, si trova alla sbarra in Corte d’Assise a Lanciano per rispondere dell’omicidio della compagna, la connazionale Michele Faiers Dawn di 66 anni. La donna era stata ritrovata esanime il 1º novembre 2023 nella sua abitazione di contrada Verratti a Casoli mentre il compagno fuggiva verso l’Inghilterra.
Entrambi separati, Michele e Micheal avevano scoperto di amarsi e in Italia si sentivano felici tanto da trasferirvisi con grande entusiasmo. La coppia, riservata e poco incline alla baldoria, si stabiliva a Casoli, dove abitavano altri connazionali ben contenti della scelta fatta. La buona cucina, i borghi antichi, le passeggiate nel verde con i loro amatissimi cani rendevano la permanenza nel Bel Paese una sorta di sogno realizzato. Poi però qualcosa aveva rotto gli equilibri e fra i due sarebbero iniziati i primi attriti, a cui seguivano violenti litigi. Tant’è che la donna aveva paura. E per questo motivo si era confidata con una sua amica, Petrina Helen Keay, alla quale aveva chiesto ospitalità per cinque notti confessando le violenze a cui la sottoponeva il compagno. Michele era stanca di soprusi e vessazioni condite con calci e pugni, ma non era arrivata in tempo a denunciarli. Poi era tornata a casa.
Dopo l’ennesima lite e una bella razione di botte, la donna veniva aggredita alle spalle in camera da letto e trucidata con nove coltellate, di cui una, quella letale, le perforava il polmone recidendo l’aorta. Il cadavere della vittima, che aveva tentato di difendersi con le mani, era disteso sul letto matrimoniale, intriso di sangue. La salma veniva scoperta dall’amica Petrina, preoccupata perché Michele ed il suo compagno non rispondevano al telefono. Immediatamente scattavano le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal procuratore Mirvana Di Serio.
L’unico sospettato dell’omicidio rimaneva l’ex consulente informatico che, nel frattempo, aveva raggiunto il suo Paese. Dopo un paio di giorni scattava il provvedimento di arresto per il fuggiasco siglato dal Gip di Lanciano, Chiara D’Alfonso, con successiva richiesta di estradizione. La polizia inglese catturava l’uomo e lo trasferiva in carcere prima di autorizzare il trasferimento in Italia. Poi il rinvio a giudizio per omicidio volontario ed il processo che ha visto presenti in aula, per la prima udienza, l’imputato, assistito da un’interprete, e le tre figlie della vittima, Sarah, Brooke ed Harriet, accompagnate dal viceconsole inglese.
Le ragazze, patrocinate dall’avvocato Nadia Giacomina Germanà Tascona, si sono costituite parte civile, come pure l’associazione Dafne, che opera contro la violenza sulle donne, rappresentata dall’avvocato Pina Benedetti. Poi c’era il difensore di Withbread, l’avvocato Massimiliano Sichetti, che ha richiesto l’acquisizione agli atti dell’intero fascicolo delle indagini e una perizia psichiatrica sul suo assistito:
“Questa valutazione l’abbiamo fatta a seguito di avvenimenti importanti accaduti prima dei fatti, tra cui un tentativo di suicidio del mio assistito nel marzo 2023 – spiega il penalista – che mi ha fatto pensare non fosse molto equilibrato al momento dell’omicidio. Si è così sottoposto a perizia psichiatrica, eseguita dallo psichiatra forense Raffaele De Leonardis, dalla quale è emerso che la capacità di intendere e volere dell’imputato era grandemente scemata”.
Sussisterebbe dunque un vizio parziale di mente, ma l’imputato non sarebbe socialmente pericoloso. Il presunto assassino ha poi espresso la volontà di rifondere le parti offese, offrendo la metà dell’immobile di Casoli, acquistato per 80mila euro con la vittima. Al momento però le figlie di Michele Faiers Dawn non hanno mostrato interesse per la proposta dell’imputato che avrebbe più uno scopo difensivo che risarcitorio, come dice l’avvocato Germanà Tascona.
La Corte, presieduta dal giudice Massimo Canosa, dovrà pronunciarsi sulla richiesta di perizia psichiatrica, a cui non si è opposto il Pm Mirvana Di Serio. Nella prossima udienza, fissata per il 17 gennaio 2025, ci sarà l’esame dell’imputato e quello del suo consulente.