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Le castagne: un toccasana per la salute

Il castagneto didattico esplica attività di studio e conservazione del germoplasma forestale, ovvero il corredo genetico di una determinata specie, costituito dalle sue diverse varietà coltivate. Il progetto è stato riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica.

Roma – Inaugurato il Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale dell’Emilia-Romagna. Lo scorso 8 ottobre è stato inaugurato a Granaglione, in provincia di Bologna, il Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale dell’Emilia-Romagna, alla presenza delle autorità locali, regionali e dell’arma dei carabinieri forestali. Si tratta di un castagneto, acquistato nel 2003 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, in cui sono presenti oltre alla pregiata castagna, una xiloteca, che raccoglie ben 30 essenze lignee con allegati descrizioni in italiano, inglese e braille (sistema di scrittura per i non vedenti). Non potevano mancare le leccornie gastronomiche a base di farina di castagne, miele e della birra di castagne.

Il Castagneto didattico-sperimentale è stato riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con Decreto del 31/3/2022 come Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale. Il Centro e gli altri presenti sul territorio nazionale risultano importanti per l’approvvigionamento e la conservazione di specie forestali, fondamentali per la salvaguardia della diversità. In dettaglio, esplica attività di studio e di conservazione del germoplasma forestale, ovvero il corredo genetico di una determinata specie, costituito dalle sue diverse varietà coltivate. Il Castagneto oltre ad essere luogo di protezione ambientale, è anche luogo per la realizzazione di progetti, laboratori, eventi, visite scolastiche e turistiche.

E’ ubicato nel Paesaggio rurale di interesse storico denominato “Corona di Matilde” (riconosciuto come tale dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali con Decreto del 16 luglio 2021), un’area di circa 2500 ettari situati su un’altitudine compresa tra i 300 e i 1000 metri sul livello del mare. Indubbiamente l’Emilia-Romagna è una delle regioni all’avanguardia nell’ambito del welfare state. Però già il fatto che sia di proprietà di una banca fa strabuzzare gli occhi. Finanza e Sostenibilità sono due categorie in contrasto tra loro. Con tutti gli scandali poco chiari di cui sono state protagoniste negli ultimi decenni, c’è poco da fidarsi se una banca investe in progetti di sostenibilità.

E’ come mettere Dracula a guardia dell’Avis! Inoltre, non brilla certo per adesione alla preservazione ambientale, l’idea del Presidente della Regione Stefano Bonaccini di candidare l’Emilia-Romagna come centro nazionale del gas, contraddicendo nettamente gli obiettivi regionali del Patto per il Clima e il Lavoro, nonché del PER (Piano energetico regionale). Facendo emergere una mera visione solo di business, in quanto l’emergenza energetica non deve costituire un alibi a favore del fossile, mentre le rinnovabili hanno subito una brusca frenata. E’ solo un esempio di come le istituzioni con una mano fanno finta di dare e con l’altra tolgono. Da un lato preservano la biodiversità col castagneto e dall’altra ti affossano coi rigassificatori. E’ l’Italia bellezza!

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