Le battaglie garantiste di Enrico Costa, ecco perché divorzia da Calenda e torna in Fi

L’ex deputato di Azione già viceministro della Giustizia ha mantenuto la coerenza nei suoi obiettivi. Tajani lo riaccoglie a braccia aperte.

Roma –  Un ritorno tra i ranghi di Forza Italia per Enrico Costa. Il deputato lascia Azione e torna nella casa degli Azzurri. Ad annunciarlo ufficialmente è il parlamentare in una nota. “Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principi – spiega Costa – Con l’adesione al gruppo parlamentare di Forza Italia, che formalizzerò a breve, proseguirò le battaglie garantiste che da sempre conduco. Le convergenze sui temi della giustizia, a partire dalla separazione delle carriere, sono infatti oggettive: lavorerò al fianco di colleghi esperti e preparati con i quali il confronto costruttivo non è mai cessato”.

E qualcuno che conosce bene la sua coerenza politica, giura che la “scissione” con l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, oggi candidato per la poltrona di governatore della Liguria, ci sia stata proprio per la sua visione estremamente e limpidamente garantista. L’ex viceministro della Giustizia ripercorre le tappe del suo percorso politico: “Sono stato il primo deputato ad aderire ad Azione, ed ho vissuto ogni istante con la responsabilità e la consapevolezza di aver coinvolto tante persone in un percorso ‘terzo’ e liberale. Ho subito con sofferenza la frantumazione del Terzo Polo e le scelte conseguenti che hanno intaccato la terzietà di Azione”.

Il divorzio di Enrico Costa da Carlo Calenda

E va avanti nella motivazione della scelta: “Uno spostamento progressivo dal progetto originario con un pullulare di alleanze a senso unico è per me del tutto innaturale. Non ho condiviso questo percorso e, pur rispettandolo, non posso seguirlo. Mi sono sforzato di spiegare che Azione era nata all’opposizione del Governo Conte bis, composto dalle stesse forze del Campo Largo, ma le mie osservazioni sono state liquidate come critiche di un insofferente, anziché seri argomenti di discussione”. Poi va all’attacco: “E’ sotto gli occhi di tutti che i partiti del ‘campo largo’ hanno posizioni antitetiche rispetto alla linea – sottolinea Costa – che abbiamo rappresentato in questi anni. E’ sufficiente pensare alla violente critiche che hanno riservato alle mie proposte sulla giustizia per avere chiara l’impraticabilità di quell’area da parte di chi sostiene una politica garantista. Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principi”, osserva ancora.

L’ex viceministro rivendica poi la sua linea di coerenza: “Manterrò intatta la mia autonomia di pensiero orientata a tutelare sempre, e non solo quando conviene, la presunzione di innocenza, il diritto di difesa, il giusto processo, la certezza della pena, da non confondersi con la certezza del carcere, la finalità rieducativa della pena. Agli amici di Azione con cui ho condiviso un percorso intenso e a Carlo Calenda, cui mi lega un affetto sincero, auguro il meglio per il futuro e li ringrazio per avermi sopportato e supportato in questi anni”, conclude Costa. 

Costa riaccolto in Fi da Antonio Tajani

Nell’estate parlamentare prima della chiusura dei lavori, è suo il “Lodo Costa” per dire no agli abusi della custodia cautelare, che ha iniziato il suo iter perché diventi legge. Oggi il 25% dei detenuti “non ha subito una condanna definitiva, dal 1992 ad oggi oltre 30mila persone sono state risarcite in quanto arrestate ingiustamente. Il carcere prima del processo deve essere l’extrema ratio, oggi rappresenta una sentenza anticipata solo sulle accuse”, aveva sottolineato l’ex deputato di Azione. Quel Lodo era apparso come una novità ma in realtà era una proposta già contenuta nel referendum sulla giustizia del 2022, ma che oggi, con quanto accaduto all’ex governatore della Liguria Giovanni Toti ha assunto un valore politico e simbolico allo stesso tempo.

Infatti l’atto di indirizzo impegnava il governo a “valutare un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare”, prevedendo, in particolare, che gli arresti per rischio di reiterazione del reato possano essere disposti nei confronti di incensurati “solo per reati di grave allarme sociale e per reati che mettono a rischio la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone”. E ancora, non si può dimenticare la battaglia di Enrico Costa contro gli errori giudiziari, per difendere gli innocenti dietro le sbarre e far conoscere ai cittadini la necessità di rivedere le norme sulla responsabilità civile dei magistrati che porta con sé la grande riforma della separazione delle carriere.

Enrico Costa

“Dal 2018 al 2023: sono state risarcite dallo Stato ben 4.368 persone ingiustamente arrestate, per una somma complessiva di 193.547.821 di euro”, aveva denunciato quest’estate l’ex deputato di Azione, Enrico Costa, parlando di “tanti errori” per i quali “paga solo lo Stato perché di fronte a questi numeri, dal 2017 al 2023 sono state avviate 87 azioni disciplinari” nei confronti della magistratura “con il seguente esito: 44 non doversi procedere, 27 assoluzioni, 8 censure, 1 trasferimento, 7 ancora in corso“. “Le sanzioni sono solo nello 0,2% dei casi di ingiusta detenzione – aveva fatto notare Costa -. I magistrati quindi non pagano praticamente mai sul piano disciplinare”.

Le battaglie di Forza Italia sul carcere, sulla separazione delle carriere e sul garantismo di certo si addicono a Enrico Costa, che ora punta a tornare nella sua casa naturale. Da giorni l’ormai ex deputato non rispondeva più nelle chat del partito. “Nessuno sa cosa fa”, lamentava un dirigente di Azione. In Azione erano convinti che dopo vari adii ora sarebbe toccato al parlamentare esperto di giustizia. E così è stato. Il suo ritorno in Forza Italia è stato accolto con entusiasmo: “Bentornato nella famiglia di Fi a Enrico Costa. Con il suo autorevole contributo e la sua competenza rafforzerà il nostro impegno per dare ai cittadini una giustizia giusta, nel segno del garantismo che ha sempre contraddistinto Forza Italia”, ha scritto su X il leader Antonio Tajani, ufficializzando l’arrivo del deputato ex Azione. 

Soddisfazione anche di Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. “Ho apprezzato da sempre, con i colleghi di Fi, la serietà e l’impegno parlamentare del collega Enrico Costa, specialmente sui temi della giustizia che vogliamo sia veramente giusta, equilibrata, con un giudice terzo equidistante da accusa e difesa. Con Costa il nostro gruppo rafforza la sua struttura, sempre più all’altezza per affrontare le sfide che il nostro governo di centrodestra ha davanti a sé, per garantire ai cittadini crescita e benessere”.

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