Lavoro nero: dopo la morte di Satnam 1.742 nuove assunzioni nell’Agro Pontino

Vasta operazione per la lotta al sommerso, che ha portato all’incremento occupazionale subito dopo i controlli contro il caporalato.

Roma – La Direzione Regionale Lazio dell’Inps, con il supporto del comando provinciale dei carabinieri di Latina, ha avviato una vasta operazione per la lotta al lavoro sommerso, che ha portato a un incremento delle assunzioni, subito dopo i controlli, e per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. In particolare, nel 2024, dal 1° al 18 giugno – data della morte di Satnam Singh, il bracciante indiano mutilato e abbandonato dopo un incidente sul lavoro in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria – si sono infatti registrate 1.742 assunzioni. Dal 19 giugno al 30 giugno 3.287 assunzioni e dal 1° al 15 luglio 2.339 assunzioni.

Sono aumentate anche le cosiddette ispezioni a vista nell’Agro Pontino, tramite investigatori provenienti da più Regioni. Questo forte segnale della presenza dello Stato ha fatto da traino a un incremento significativo delle assunzioni di lavoratori regolari a tempo determinato a Latina e provincia. Dal 1° giugno al 15 luglio si sono registrate 7.368 assunzioni a tempo determinato, rispetto alle 4.790 assunzioni avvenute nello stesso periodo dello scorso anno (+ 53,8%). Sono stati rilevati picchi di assunzioni dal giorno successivo all’ondata di controlli sul territorio che, hanno fatto sapere le autorità, continueranno proprio per contrastare il lavoro sommerso e assicurare la tutela della legalità.

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, dando il via alla manifestazione contro il caporalato a Latina, aveva sottolineato che le persone costrette a lavorare in nero in Italia “sono 3 milioni. Stiamo discutendo di tutti i settori e di tutto il Paese, non solo dell’agricoltura. E’ ora di dire basta, è ora che i governi, le istituzioni ad ogni livello, tutti smettano di fare gli struzzi e di cancellare quelle leggi balorde che in questi anni hanno favorito questo sistema”. “Il numero degli ispettori è bassissimo. Possono controllare un’azienda ogni 16 anni”, ha aggiunto, sottolineando che i numeri annunciati da Giorgia Meloni (1.600 ispettori in più) “sono tre anni che girano, non sono sufficienti perché in questi anni hanno continuato a tagliare”.

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