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Lavoro nero: 12 “fantasmi” nella ristorazione

Le Fiamme gialle intensificano le attività di repressione del lavoro sommerso, con sanzioni e chiusure di esercizi commerciali nell’obiettivo di tutelare l’occupazione e la sicurezza.

Monza – Prosegue il piano di controlli mirati delle Fiamme gialle del Comando Provinciale della Guardia di finanza che, nel quadro del costante controllo economico del territorio, hanno ulteriormente intensificato le attività di polizia economico-finanziaria da tempo avviate ai fini del contrasto del sommerso da lavoro, individuando, dopo i cinquantaquattro scoperti da inizio anno, ulteriori 16 lavoratori impiegati “in nero”.

Il rafforzamento della presenza ispettiva – originata sia dalla valorizzazione trasversale dell’attività di intelligence sia di segnalazioni al servizio di pubblica utilità “117” – si è concentrato sulla posizione di alcuni datori di lavoro – preliminarmente individuati sulla base di specifici alert sintomatici di possibili illiceità nell’impiego con ricadute sulla salvaguardia dell’occupazione e la sicurezza dei lavoratori – e ha avuto altresì riguardo al dispositivo straordinario di controlli a contrasto della malamovida varato dalla Prefettura di Monza e della Brianza in vista della stagione estiva, con un’azione capillare delle pattuglie puntualmente dispiegate su tutto il territorio provinciale, privilegiando i luoghi di attrazione serali e notturni dei weekend, che tradizionalmente, dopo la chiusura delle scuole, fanno registrare numeri più alti in termini di avventori dei centri cittadini.

16 lavoratori senza regolare assunzione

Ammontano ad oltre 84.000 euro le sanzioni constatate in esito agli interventi ed accesi ispettivi svolti, su tutto il territorio provinciale, dai finanzieri e delle Compagnie di Seregno e Seveso che hanno sorpreso 16 lavoratori (di cui 11 di nazionalità italiana, due egiziani e tre cittadini cinesi) intenti a prestare la propria opera presso esercizi commerciali brianzoli (un ristorante sushi di Vimercate, un lounge bar di Arcore, una pizzeria kebab di Lissone, due pizzerie d’asporto di Seregno e Meda) in assenza di una regolare assunzione.

A seguito dei successivi e più approfonditi accertamenti, esperiti trasversalmente anche al fine di riscontrare la correttezza degli adempimenti civilistici, previdenziali e assistenziali incombenti in capo al “datore di lavoro”, sono due gli esercizi commerciali per i quali è stata richiesta al competente Ispettorato territoriale del Lavoro il provvedimento di sospensione dell’attività e 5 i datori di lavoro verbalizzati per mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, di cui uno altresì sanzionato per aver provveduto al pagamento delle retribuzioni con strumenti finanziari non tracciabili.

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