Sono 13 i primi cittadini che in una lettera pubblicata sul Financial Times criticano alcune iniziative promosse in Italia e nel Regno Unito.
Bruxelles – Imporre i limiti di velocità sia una prerogativa di città e regioni. A chiederlo a gran voce sono i 13 firmatari, tra sindaci e vicesindaci, di città europee che dalle colonne del Financial Times criticano alcune delle iniziative promosse in Italia, con la riforma del codice della strada, e nel Regno Unito che potrebbero impedire a città e comuni di attuare misure per la sicurezza stradale, come l’introduzione di limiti di velocità più bassi e telecamere per il controllo del traffico. Da Bologna a Firenze e Milano, passando anche da Amsterdam, Bruxelles e Helsinki.
Tra i firmatari italiani Matteo Lepore e Dario Nardella, sindaci di Bologna e Firenze e la vice sindaca e assessora alla mobilità di Milano, Arianna Censi. La lettera fa esplicito riferimento al disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri, lo scorso settembre, per riformare il codice della strada. Un provvedimento criticato anche in Italia da varie associazioni perché ritenuto svantaggioso per i pedoni.
La Commissione europea dal canto suo riconosce che “molte autorità locali e regionali adottano misure per ridurre i limiti di velocità nelle loro città al fine di affrontare una delle principali cause di morte e lesioni gravi sulla strada”, spiega un portavoce dell’esecutivo. E promette che farà “valutazione delle strategie di sicurezza stradale degli Stati membri” per studiare “in che misura queste stanno contribuendo all’ambizione condivisa di dimezzare le morti e i feriti gravi sulla strada entro il 2030 e ciò è fondamentale per raggiungere
l’obiettivo a lungo termine di eliminare le vittime della strada e i feriti gravi nell’Ue entro il 2050″.
Per sindaci e vice le nuove norme ostacolerebbero “gravemente” la capacità delle autorità locali di creare zone a traffico limitato, installare autovelox e fissare limiti di velocità inferiori che invece sono fondamentali per abbattere le emissioni e rendere anche le strade più sicure. Nella missiva non si fa riferimento solo all’Italia. I firmatari prendono di mira anche il “piano per i conducenti” nel Regno Unito che punta a introdurre misure altrettanto restrittive e alle resistenze in Germania, dove il governo ha finora resistito agli sforzi di oltre 1.000 comuni che vogliono un maggiore controllo sui limiti di velocità locali.
“Politiche nazionali come queste, basate non sulla scienza ma sull’opportunità politica, danneggiano la
capacità delle autorità locali di prendere decisioni sul miglioramento della sicurezza e della salute dei propri
cittadini”, accusano i rappresentanti locali. Sottolineando l’importanza di limiti di velocità più bassi nelle aree urbane – si legge ancora nel testo – che “stanno prevenendo le morti e migliorando la vita oggi nelle città di tutta Europa”. Non “si tratta di limitare la libertà degli automobilisti, ma di rendere le strade più sicure per tutti, ridurre il rumore e l’inquinamento. Ma anche rendere la città più invitante per coloro che scelgono forme di trasporto più salutari come camminare e andare in bicicletta”.
Insieme ai tre rappresentanti italiani la lettera è siglata anche da Alison Lowe, vicesindaco di West Yorkshire; Thomas Dienberg, vicesindaco di Lipsia; Frauke Burgdorff responsabile della pianificazione di Aquisgrana;
Philippe Close, sindaco di Bruxelles; Mathias De Clerq, sindaco di Gand; Melanie Van der Horst, vicesindaco, di Amsterdam; Vincent Karremann,vicesindaco di Rotterdam; Karin Pleijel vicesindaco di Göteborg; Andréas Schönström vicesindaco di Malmö; Juhana Vartiainen, sindaco di Helsinki.