Il carattere trascendentale dell’evento miracoloso è ritenuto vero sia dalla Chiesa, che dalla scienza. Ancora oggi a Lanciano arrivano fedeli e curiosi da tutte le parti d'Italia.
LANCIANO – Anche l’Onu e l’Organizzazione mondiale della Sanità, nel 1976, si occuparono scientificamente del miracolo eucaristico di Lanciano dichiarandolo autentico. La Chiesa di Roma e alcuni scienziati che ebbero occasione di verificare la presenza di carne e sangue umani contenuti nel reliquiario di vetro non ne fanno menzione pur evidenziando il carattere trascendentale dell’evento miracoloso comunque ritenuto vero. In buona sostanza tra il 730 e 750 dopo Cristo un monaco basiliano, dalla fede titubante, stava dicendo celebrando messa nella chiesa dei santi Legonziano e Domiziano in Lanciano, provincia di Chieti.
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Il frate bizantino, ad un certo punto del rito eucaristico, aveva dubitato della reale presenza del corpo di Cristo nell’ostia consacrata e del sangue di Gesù nel vino benedetto contenuto nel calice. Dopo aver pronunciato le parole della consacrazione il monaco si vide trasformare l’ostia in un pezzo di carne grondante sangue mentre il vino si trasformava in liquido ematico poi coagulatosi in cinque grumi di diverse dimensioni. L’officiante, ormai più che convinto, raccontò il miracolo ai suoi confratelli ed ai fedeli presenti alla funzione parte dei quali avevano assistito all’evento inginocchiandosi vicino all’altare. Da allora ai giorni nostri quel pezzo di carne e i grumi di sangue sono giunti a noi inalterati anche se gli stessi monaci basiliani fissarono il pezzo di tessuto biologico su una base di legno stendendolo e inchiodandolo al supporto.
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Oltre questa unica manipolazione le reliquie sono uscite dalla chiesa esclusivamente per essere analizzate. E qui che la vicenda diventa straordinaria, anche per le autorità della Santa Sede che diedero l’autorizzazione. I frati francescani che custodivano le reliquie fecero sottoporre i reperti ad analisi scientifiche poi eseguite da Odoardo Linoli, primario del laboratorio di Analisi cliniche e di Anatomia patologica dell’ospedale di Arezzo, già ordinario di Anatomia, Istologia, Chimica e Microscopia clinica e Ruggero Bertelli, ordinario di Anatomia presso l’università di Siena. I due medici stabilirono che il pezzo di carne altro non era che una sezione di miocardio umano “miracolosamente” conservatosi con tanto di proteine inalterate ed altre componenti biochimiche tipiche del cuore di un uomo mentre i coaguli di sangue erano riconducibili a liquido ematico umano del gruppo sanguigno AB, lo stesso rilevato sulla Sacra Sindone e sul Sacro Sudario. In effetti in anni più recenti le reliquie sono state sottoposte ad altre verifiche più moderne ma i risultati sono rimasti inalterati e sui tessuti non ci sono tracce di conservanti o di sostanze usate per la tassidermia. Insomma un pezzo di cuore e gocce di sangue sono giunte sino al 2020 perfettamente identiche ai tessuti di cui facevano parte. Se non è miracolo questo:
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”… La conservazione di proteine e di minerali osservati nella carne e nel sangue di Lanciano non è né impossibile né eccezionale – aveva detto Silvano Fuso, ricercatore del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle Pseudoscienze – ed il caso di un corpo mummificato (riferendosi alla conservazione delle mummie egizie) secondo i procedimenti conosciuti è molto differente da quello di un frammento di miocardio, lasciato allo stato naturale per secoli, esposto agli agenti fisici atmosferici e biochimici…”.
Del miracolo si sono occupati giornali e tv di tutto il mondo e il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, ne va giustamente orgoglioso anche perché rappresenta una delle maggiori attrazioni della città storica ricca di monumenti e testimonianze:
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”… Purtroppo gli studi del prof Linoli lasciano aperti ancora molti interrogativi – concludeva il professor Fuso – ad esempio nulla dicono circa l’età della reliquia e non escludono completamente la possibilità che un reperto anatomico si sia conservato naturalmente in quelle condizioni, anche senza l’aggiunta di sostanze conservanti. Dal punto di vista scientifico questo aspetto è sicuramente quello di maggiore interesse, sul quale vale la pena intraprendere ulteriori ricerche. Quindi, ulteriori indagini sono quindi sicuramente necessarie…”.
Nel 1273 a Lanciano si sarebbe verificato un analogo miracolo per mano di una donna che gettò sul fuoco un’ostia dietro suggerimento di una maga: la particola si trasformò in carne e sangue. Ma questa e tutta un’altra storia.
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