Rubano nella sede di DonHaus tutti gli alimentari stivati e pronti per essere donati ai cittadini più bisognosi. Atti di sciacallaggio, rapine e furti in tutta Italia
Scassinata la sede di volontariato DonHaus a Messina, in via Croce Rossa 49. Sono state portate via derrate alimentari, frutto di donazioni di privati e dei carrelli sociali dei supermercati della città. Denunciato l’episodio dalla presidente dell’associazione alle autorità competenti.
Cristina Puglisi Rossitto, bresciana, trapiantata nella Messina bene per lavoro, è un’importante consulente aziendale da vent’anni e da sette, per vocazione, si dedica al volontariato in città, aiutando famiglie economicamente vulnerabili, costituendo l’associazione Gli Invisibili Onlus, cui fanno parte i progetti Benefit (un negozio sociale di abbigliamento gratuito) e DonHaus (una bottega alimentare gratuita, di cui usufruiscono le famiglie seguite dall’associazione).
Nella notte del 6 Aprile ignoti si sono introdotti nella sede di DonHaus, scassinando e rubando tutto. “Dove cazzo vai stronzo u babbiu finiu?” Cristina, a quanto pare le indicazioni del sindaco di Messina, Cateno De Luca per arginare il COVID-19 non sono state ascoltate. Ci parli di questo spiacevole risveglio.
“…Lunedì mattina ci siamo recati in sede, come consuetudine, per iniziare a preparare le consegne di spesa della giornata, e abbiamo scoperto l’amara sorpresa. La serranda d’ingresso era stata scassinata, così come la porta del locale dove si trovavano le provviste per l’emergenza alimentare. Sono stati rubati circa 150 chili di derrate alimentari. Sconcertati per l’accaduto, siamo rimasti qualche momento in silenzio, sgomenti […]. Abbiamo avvisato i carabinieri che sono arrivati immediatamente e ne è seguita la normale attività ispettiva e d’interrogatorio dei presenti…”.
Come opera DonHaus?
“…DonHaus è una bottega alimentare gratuita. Il progetto è attivo da due anni. Chi usufruisce del servizio non ha soldi da spendere in quanto non possiede reddito, ma può fare regolarmente la spesa. Abbiamo fatto realizzare un programma su misura che converte i prezzi dei prodotti da supermercato in tempo: difatti il totale da pagare alla cassa sarà il proprio tempo da dedicare alle attività dell’associazione. 50 euro di spesa diventano quindi cinque ore di tempo che l’associazione può utilizzare per svolgere le attività sociali (ritiri di donazioni, consegne, doposcuola a bambini) rivolte alle persone più bisognose…”.
Lei conosce da decenni il tessuto dei bisognosi a Messina, non era mai stata oggetto di nessuna meschinità, anzi semmai sempre difesa dagli ultimi.
“…In effetti il gesto è stato eclatante, in negativo purtroppo. Da anni siamo sul territorio, addentrati nei quartieri anche più malfamati, ma mai nulla era accaduto, anzi, siamo sempre stati supportati, anche moralmente, da migliaia di cittadini. Seguiamo diversi CAG (Centri Aggregazione Giovanile) e case di accoglienza. La nostra attività è da sempre rivolta all’aiuto e al sostegno di chi è in difficoltà. Pensi che i volontari dell’associazione sono chiamati da molte persone ‘angeli’ proprio perché danno speranza, forniscono aiuti insperati ed è proprio per questo che il furto lascia ancora più sgomenti. Se i ladri avessero chiesto, avremmo serenamente dato loro ciò di cui necessitavano…”.
Pensa che dietro questo atto di sciacallaggio ci sia la mano della mafia?
“…No, assolutamente! Credo piuttosto sia il gesto di qualche teppista che non ha valutato la gravità dell’azione; che non appare solo come un furto con scasso. Non è stato rapinato un supermercato ma una bottega alimentare per bisognosi. Sono stati sottratti alimenti a famiglie che non hanno nulla da mangiare se non quello che noi possiamo consegnare loro. Lo sdegno è unanime, da ogni fronte si sono levate parole d’indignazione perché l’azione è simbolicamente riprovevole.
Anzi non nascondo di aver ricevuto molte telefonate di solidarietà anche da pregiudicati, indignati per quella che considerano una profanazione dei valori di solidarietà. Qui la mafia non c’entra nulla secondo me, sono semplicemente irresponsabili che non hanno capito la gravità del gesto, un reato non solo legale ma anche morale…”.
Fare volontariato nella crisi economica indotta dal COVID-19 è da ritenersi a rischio incolumità?
“…Non possiamo negare il rischio e le complicazioni che si sono aggiunte alla nostra attività ordinaria di volontariato. Nella gestione delle donazioni seguiamo un rigidissimo protocollo anticontagio che prevede la quotidiana sanificazione dei locali in cui operiamo, la totale sanificazione di ogni alimento donato e l’accesso nei locali è consentito solo ai volontari autorizzati che indossano guanti e mascherina. Ogni consegna alimentare viene portata direttamente al domicilio del richiedente per evitare di fare uscire persone che per necessità sarebbero costrette a spostarsi.
Sì, i volontari, purtroppo, ritengo siano esposti perché non possono rispettare le ordinanze restrittive, non vogliono restare a casa ma continuare nella loro opera. Sono in attività 7 ore al giorno per 6 giorni a settimana. Io li considero degli eroi! Si trovano davvero in prima linea, ‘al fronte’, la gente rischierebbe di morire di fame. Difatti, terminato tutto, ritengo sia moralmente doveroso un riconoscimento per il lavoro dei volontari, che non stanno abbandonando il territorio e le famiglie. Inoltre c’è da considerare un altro aspetto che noi stiamo cercando di tenere sotto controllo: il rischio di azioni sconsiderate che qualcuno, esasperato dalla situazione, potrebbe compiere. […]. Supponiamo, una famiglia con due bambini in casa e poco cibo; i bambini quando hanno fame piangono, come può un genitore spiegare che non si può mangiare tre volte al giorno perché non ci sono i soldi per fare la spesa? Un genitore non può reggere a lungo lo stress e il dolore che può causare il pianto di un figlio per la fame […]…”.
Vuole lanciare un messaggio alle autorità locali?
“…Vorrei attenzionare il problema emergenza umanitaria: difatti, in carenza di beni alimentari, se non si sorveglia l’assistenza delle associazioni, si rischia un’emergenza sicurezza. Un appello rivolto ai prefetti: che attivino dei protocolli di sicurezza per sorvegliare i locali che custodiscono derrate alimentari. Emblematico il furto subito dalla nostra Onlus: deve essere un campanello d’allarme che non può passare inosservato. Vorrei inoltre fare un plauso alla tempestività dell’arma dei Carabinieri sia a livello d’intervento che operativo; comunico che i carabinieri ci hanno donato, a seguito di questo furto, derrate alimentari destinate alla popolazione…”.
Come è stata supportata la sua associazione, Gli Invisibili Onlus, dalle amministrazioni messinesi negli anni fino ad oggi. È facile fare del bene a Messina?
“…Negli anni non abbiamo avuto vita facile in città. Alle precedenti amministrazioni abbiamo più volte chiesto aiuto per avere assegnati dei locali dove poter avviare Benefit e DonHaus ma la risposta era sempre la stessa: dovete pagare l’affitto. Noi siamo una ONLUS, di fatto non abbiamo fondi e per noi era impossibile sostenere un canone di affitto che considero tra l’altro ingiusto, dato il servizio di attività sociale svolto. Per questo tre anni fa abbiamo deciso di autofinanziarci con una campagna di crowdfunding, per poter prendere dei locali in affitto e pagare le spese. Non potevamo farci fermare da un ‘no amministrativo’.
Con l’attuale amministrazione, con il sindaco Cateno De Luca, non abbiamo avuto mai contatti ma a seguito di questa emergenza siamo stati, di fatto, coinvolti insieme alle associazioni del territorio, nella gestione dell’emergenza alimentare. Le associazioni stanno gestendo il territorio in maniera esemplare, stanno collaborando per un fine ultimo, in totale sinergia, ed è questo l’aspetto importante. In emergenza non ci si preoccupa dei gruppi di appartenenza, non ci sono personalismi associativi, vedo difatti una comunità impegnata a proteggere i cittadini mettendoci davvero il cuore.
Credo che gran parte del merito debba essere rivolto all’assessore ai Servizi Sociali, Alessandra Calafiore. Si è dimostrata il collante di ogni singola associazione. […]. Appena venuta a conoscenza del furto, ha chiesto di avere i nominativi per poter comunque garantire alle famiglie la consegna giornaliera; una delicatezza che non mi è sfuggita, atteso il totale disinteresse che abbiamo subito dall’amministrazione precedente. Purtroppo non ho riscontrato la stessa disponibilità e sensibilità da parte di nessun altro assessore, di certo impegnati con la Protezione Civile, ma non è questa la sede per le recriminazioni.
Fare del bene non è mai facile, se partiamo da questo dogma possiamo comprendere quanto difficoltoso sia il lavoro quotidiano. Ciò che aiuta è la partecipazione della comunità sensibile […]. È solo grazie ai donatori che possiamo svolgere la nostra missione, perché ogni singolo alimento è donato da cittadini e se considerate una media di 40 consegne giornaliere con 5 borse di spesa a famiglia in quasi venti giorni di emergenza, potrete comprendere quanto grande sia il cuore dei donatori…”.
Cristina lei è una rinomata commercialista e vice coordinatore Regionale per la Sicilia e coordinatore provinciale di Messina del Movimento Autonomi e partite IVA per la tutela nazionale delle partite IVA. Esprima il suo pensiero in merito ai decreti economici emanati dal governo Conte per imprese e famiglie.
“…Sono una consulente aziendale e rappresentando una Onlus che si occupa di famiglie economicamente fragili, arrivare ad autonomi e partite IVA è stato quasi naturale. Negli anni ho visto cambiare il target delle persone che mi contattavano per essere aiutate con Gli Invisibili. Inizialmente solo disoccupati, padri separati, anziani, ma negli ultimi tre anni mi sono ritrovata ad aiutare famiglie che lavorano e moltissimi sono titolari di partita IVA, artigiani e piccoli imprenditori.
Ho conosciuto Eugenio Filograna, un imprenditore e presidente di Noi Autonomi e partite IVA, che ha scelto di dare voce ai bisogni e ai problemi delle partite IVA, creando un partito che ha come obiettivo salvare le partite IVA rimaste, circa cinque milioni, facendo rinascere l’imprenditoria che ha fatto grande l’Italia nel mondo. Al nostro primo incontro ho manifestato al presidente Filograna il mio scetticismo sull’idea di fare un partito, in molti sono nauseati, delusi dalla politica e, pensavo che fare un altro partito fosse inutile.
Negli ultimi tre anni due milioni e mezzo di attività sono state chiuse, spazzate via dalla crisi. Andando avanti con questo trend di perdite la categoria sarà estinta in meno di cinque anni. Il sistema fiscale è la dimostrazione che, nel nostro Paese, le partite IVA sono considerate solo dei ‘bancomat’ statali; una tassazione che sfiora il 65% è scandalosa e non basta dire che le cose funzionano perché ci sono i forfettari che, di fatto, sono soltanto un milione.
È vitale una autorapresentaione a livello istituzionale per cambiare le leggi, ed è ormai evidente, COVID-19 lo dimostra a tutti, che l’attenzione rivolta alle partite IVA è pressoché nulla. Ciò che ritengo più scandaloso è essere consapevoli che l’Italia è nata sull’economia delle piccole e medie imprese, che ne costituiscono le fondamenta economiche. Per salvare il Paese bisogna salvare le aziende, così come è evidente la necessità di un condono tombale per fare ripartire le aziende. Fondamentale è una riforma fiscale, con l’introduzione di una Flat tax accessibile a tutti. Tutti vogliamo pagare le tasse ed è necessario mettere i titolari di partita IVA nelle condizioni di poterlo fare. Dobbiamo ‘sburocratizzare’ il Paese, di burocrazia le aziende muoiono! […]
Per poter realizzare tutto questo è necessario presentare leggi e approvarle, le leggi le fa la politica e sino a ora non le ha volute fare. Se non le vogliono fare ce le faremo noi partite IVA, dobbiamo solo unirci! I decreti del governo sono la dimostrazione di quanto poco interesse esso rivolga alle imprese; a oggi non esistono ammortizzatori sociali per gli imprenditori. Il bonus di 600 euro è un fallimento totale sia nelle modalità dell’erogazione sia nella sostanza. Una piccola azienda 600 euro li paga solo per una bolletta di luce.
È necessario che lo Stato si accolli il costo degli affitti delle partite IVA almeno fino a dicembre, non ce ne facciamo nulla di un credito d’imposta, visto che senza incassi non si potranno pagare nemmeno le tasse. È fondamentale ‘azzerare tutti i tributi’, non sospenderli. Sospendere ‘tutte’ le utenze. Di questo non è stato fatto nulla, nessun aiuto concreto, propongono l’accesso al credito, ci dicono che ci ‘aiutano dandoci la possibilità di fare debiti per pagare debiti’. Manca ogni logica, manca l’abc dell’economia! Loro non sanno cosa significhi essere una partita IVA, per questo è necessario auto-rappresentarci…”.
Cristina, lei ha origini bresciane. Esprima un pensiero di solidarietà per la Lombardia, che a oggi continua a essere la prima per contagi e decessi.
“…Sono nata in Sicilia ma cresciuta in Lombardia e non nascondo che vedere la ‘mia casa’ devastata da COVID-19 fa male; i lombardi hanno reagito come sempre hanno saputo fare, con prontezza e tenacia. Appena possibile si rimetteranno in piedi. La sanità lombarda ha dimostrato ancora una volta d’essere un’eccellenza, supportando il peso di un’emergenza sanitaria che non ha precedenti storici. E non si possono dimenticare i medici in prima linea, che ogni giorno convivono con la morte, lontani dalle loro famiglie per non rischiare di contagiarle…”
Come si sveglierà il mondo il giorno dopo aver sconfitto il COVID-19?
“…COVID ha cambiato la vita di tutti noi, stiamo soffrendo ma sono certa che ne usciremo migliori, più forti…”.