Una cerimonia riservata a Milano 2, con pochissimi intimi e l’assenza di una delle figlie del giornalista.
Milano – Si è conclusa in sordina l’esistenza di chi per decenni è stato la voce del telegiornale più seguito d’Italia. Emilio Fede, morto a 94 anni, ha avuto i suoi ultimi onori nella cittadella che più di ogni altra rappresentava il suo mondo: Milano 2, creatura di quel Berlusconi che lo rese famoso e poi lo allontanò. Un funerale che racconta molto più di una semplice cerimonia religiosa: è lo specchio di come si può passare dall’apice del potere mediatico all’isolamento più totale.
La chiesa del Divino Padre di Segrate ha ospitato quello che la figlia Sveva ha definito “l’ultimo collegamento di papà”, ma stavolta senza telecamere autorizzate, senza dirette tv, senza il clamore che accompagnava ogni apparizione del direttore del Tg4. Solo un piccolo gruppo di affezionati, qualche vecchio collega e l’assenza dolorosa di chi avrebbe dovuto esserci. È il ritratto di un finale amaro per chi aveva fatto della comunicazione la sua ragione di vita.
Il fratello Puccio, identico a Emilio come fossero due gemelli, è giunto dall’Africa dove vive da tempo. “Ci sentivamo di rado ultimamente, ma il legame non si è mai spezzato. Tutte quelle storie processuali? Hanno inventato un sacco di bugie su mio fratello”, racconta con amarezza. La somiglianza fisica tra i due è impressionante, come se il tempo si fosse fermato.
Tra i pochi presenti, Paolo Brosio si presenta con tutto il clan familiare a bordo di un van. Il giornalista che un tempo subiva le sfuriate televisive di Fede durante i collegamenti dal palazzo di giustizia oggi è qui per rendere omaggio al vecchio direttore. Quegli scontri in diretta appartengono a un’epoca ormai lontana, quando le vicende giudiziarie che avrebbero travolto “Emilio Fido” erano ancora di là da venire. Poi arrivò lo scandalo Ruby e tutto cambiò.
Marcello Dell’Utri, uscendo dalla cerimonia, compie un gesto teatrale posando la mano sul feretro: “Ci rivedremo prestissimo”. L’ex senatore, nonostante i suoi guai giudiziari, traccia un ritratto affettuoso: “Sono qui per onorare un uomo di ingegno. Emilio possedeva un talento straordinario nel giornalismo. Soffriva molto per il silenzio con Berlusconi, quella rottura lo tormentava. Negli ultimi tempi avevamo perso i contatti anche noi”.
La presenza di Adriano Galliani era scontata, mentre colpisce l’assenza totale del mondo Mediaset – solo un freddo comunicato di condoglianze firmato da Piersilvio Berlusconi e Confalonieri. Nemmeno l’ombra di Lele Mora, che pure aveva promesso di esserci.
Ma il vuoto più doloroso è quello di Simona, una delle due figlie. La donna non si presenta e punta il dito contro la sorella Sveva: “Dal 2023 in poi niente di quello che è successo mi tocca”, dichiara. Ha perfino sporto denuncia contro Sveva, accusandola di averle impedito l’ultimo confronto con il padre. “Lo stimavo quando ancora non aveva perso la bussola. Il male che ha seminato mi è rimasto dentro. Volevo chiarire, ma lei me lo ha negato”, sono state le parole taglienti di Simona.
Quaranta curiosi all’esterno, pochissimi all’interno, giornalisti banditi, paradosso per chi del giornalismo aveva fatto la propria vita. Tra i volti noti gli ex colleghi Brachino e Mazzini, il meteorologo Giuliacci. Dal mondo politico solo Miccichè oltre a Galliani. “Emilio, nostro fratello, ci ha lasciati”, inizia il prete.
Un sole implacabile batte sulla cerimonia, conclusa da un timido applauso. Sul feretro un cuscino “dai tuoi cari”, corone dalle “compagne della residenza sanitaria”.
L’immagine finale è quella di un uomo che negli ultimi anni aveva perso quasi tutti. L’ex re dell’informazione commerciale, bannato dal palazzo che lo aveva reso famoso per quella brutta storia dei soldi chiesti al Cavaliere per aiutare Mora (fondi arrivati solo in parte), se ne va in punta di piedi. Lontano dai riflettori che aveva tanto amato, circondato da una solitudine che il funerale ha reso ancora più evidente.