L’addio a Maria Cristina Gallo: “La sua battaglia ha salvato altre vite”

Aveva denunciato otto mesi di ritardo per una biopsia. A Messina Denaro l’esito arrivò in 24 ore. Dieci medici indagati dalla Procura di Trapani.

Mazara del Vallo – La cattedrale gremita, una città in lutto e il ricordo di una battaglia che ha scosso la sanità siciliana. Mazara del Vallo ha dato l’ultimo saluto a Maria Cristina Gallo, la professoressa di 56 anni che aveva denunciato pubblicamente gli otto mesi di attesa per ricevere l’esito di una biopsia necessaria per la diagnosi di una grave malattia. Le esequie sono state presiedute dal vescovo monsignor Angelo Giurdanella.

Mentre lei aveva aspettato da marzo a novembre per conoscere i risultati degli esami istologici, al boss mafioso Matteo Messina Denaro l’esito delle analisi era stato consegnato in appena 24 ore. Un’evidente stortura del sistema sanitario regionale che ha innescato un’inchiesta della Procura di Trapani, ancora in corso, con dieci medici indagati per presunte omissioni e negligenze.

La denuncia della professoressa aveva fatto emergere una situazione drammatica: oltre tremila vetrini in coda da analizzare presso l’Asp di Trapani. Dopo lo scandalo, quell’arretrato è stato smaltito in dieci giorni, ma per Maria Cristina Gallo era ormai troppo tardi. La sua testimonianza aveva portato alle dimissioni dell’ex direttore generale dell’azienda sanitaria e all’invio di ispettori ministeriali, che nella loro relazione hanno confermato ritardi e criticità nell’elaborazione degli esami.

Durante l’omelia, don Giacinto Leone, padre spirituale della professoressa negli ultimi anni, ha ricordato come la malattia fosse diventata per lei una battaglia civile più grande della sofferenza personale. La donna non si era limitata a patire in silenzio ma aveva scelto di alzare la voce per tutti coloro che si erano trovati ad affrontare le stesse difficoltà nel sistema sanitario.

Il vescovo Giurdanella ha sottolineato che la denuncia non nasceva da desiderio di protagonismo o vendetta, ma dalla volontà di coniugare giustizia e amore. Le sue parole hanno provocato un sussulto di coscienza e sconfitto l’indifferenza e la rassegnazione che troppo spesso diventano complicità.

Particolarmente toccanti sono state le parole del figlio che ha espresso la speranza che la battaglia della madre possa rappresentare una svolta per la sanità siciliana e servire a tutti coloro che vivono condizioni simili. Ha ricordato come la professoressa abbia infuso speranza e fede fino all’ultimo momento, continuando a occuparsi della famiglia.

Maria Cristina Gallo era laureata in Storia e Filosofia e in Teologia. Insegnava italiano all’istituto tecnico industriale di Mazara del Vallo, dove era amata dagli studenti per la sua capacità di educare alla libertà e alla bellezza. Prima dell’insegnamento, aveva fondato la biblioteca per bambini “L’isola che non c’è” presso la Diocesi, dedicandosi con passione alla promozione della lettura tra i più piccoli, italiani e stranieri.

Intanto, l’inchiesta della Procura di Trapani prosegue con diciannove indagati tra medici, tecnici e personale sanitario per accertare le responsabilità dei ritardi nei referti istologici e chiarire eventuali responsabilità organizzative e individuali all’interno dell’Asp e dei laboratori coinvolti.