“L’aborto è un delitto, non un diritto”: la vicedirettrice Tg1 Boccia riapre lo scontro

Le opposizioni insorgono “Parole inaccettabili”. Il centrodestra “la sinistra si batte per la libertà di opinione, ma a intermittenza”.

Roma – “Stiamo scambiando un delitto per un diritto”, si ha paura “di dire che è un omicidio” ma è quanto sostenuto anche da madre Teresa di Calcutta. Le parole della vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia riaprono uno scontro durissimo sull’aborto: pur premettendo di rendersi conto di dire “parole forti” sostiene che “lungi dal giudicare le storie e le persone”, lei giudica l’aborto un delitto. Parole che scatenano l’immediata reazione delle opposizioni a partire dal Pd che le giudica, con la senatrice ed ex presidente delle donne democratiche, Cecilia D’Elia, “inaccettabili”. Ma la levata di scudi è inarrestabile, e Boccia torna sull’argomento: “Mi aspettavo questo putiferio perché purtroppo è un tema sensibile, del quale è scomodo parlare, ma non volevano essere parole di accusa nei confronti di nessuno”.

La giornalista rifiuta di essere considerata “una nemica dei diritti delle donne quando invece parlando anche della crudeltà dell’aborto, di quello che è nella sua atroce verità dal mio punto di vista, mi auguro che tutte le donne possano essere sostenute e aiutate perché spesso sono vittime costrette a questa scelta”. Boccia dice di non volere “essere buttata dentro un dibattito sulla 194”, ma le sue parole inevitabilmente hanno riacceso lo scontro. Tanto che il ministero della Salute Orazio Schillaci tiene a rimarcare che non c’è “nessuna intenzione di modificare la legge 194″.

Il ministro Orazio Schillaci

”Come ha detto il presidente Meloni, noi non abbiamo nessuna intenzione – ha spiegato Schillaci – e voglia di modificare la legge 194, non so perché ci sono tutte queste polemiche”. E a margine dell’evento a Roma
dedicato alla Giornata nazionale della salute delle donne, torna sulle polemiche scatenate dal decreto del
Pnrr
che ribadisce la presenza delle associazioni pro-vita nei consultori. “Dobbiamo investire – ha proseguito – nel personale e rafforzarlo nei consultori. È nei nostri programmi, ora dobbiamo dedicarci alle liste d’attesa e poi abbiamo in mente di ammodernare il Ssn, che è un punto di orgoglio ma ha bisogno di un cambio di passo”.

Dalle opposizioni la levata di scudi è aspra: la senatrice del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli, giudica “inaccettabili” quelle dichiarazioni. “Chi è chiamata a ricoprire ruoli di vertice in una azienda di informazione pubblica del Paese” non può “esprimere in diretta televisiva dei concetti retrogradi e addirittura contrari alla legge. Sì, perché dichiarare che l’aborto è un omicidio, oltre che offensivo nei confronti della libertà di autodeterminazione di tutte le donne, significa schierarsi contro una legge dello Stato vigente. Boccia non ha nessun titolo – conclude Pavanelli – per attaccare tutte le donne che volontariamente decidono di interrompere la gravidanza avvalendosi di una facoltà che è loro concessa dalla legge, né tantomeno i medici e i sanitari che quotidianamente assicurano il libero esercizio di questo diritto”. 

Emma Pavanelli

Ma c’è un problema che “riguarda i vertici Rai”, va giù ancora più dura la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga: “può ancora ricoprire quel ruolo chi offende le donne e le leggi?”. Quelle di Boccia sono parole “inammissibili” e contro “l’autodeterminazione della donna”, anche per Alessandra Maiorino di M5s. Frasi che “sviliscono le conquiste delle donne disconoscendo una legge dello Stato”, dice senza mezzi termini Luna Zanella di Avs.

A questo punto “vogliono censurare anche il Papa?”, è la replica ironica del sindacato Unirai. Mentre dal centrodestra si sottolinea che l’opposizione si batte per la libertà di opinione ma a intermittenza. “La sinistra – accusano in una nota i componenti di FdI in commissione di Vigilanza Rai – a parole si schiera a difesa della libertà di pensiero e di espressione, ma nei fatti quando questa non incontra i suoi favori diventa il più zelante dei censori”. Su Incoronata Boccia – accusano – “è andato in scena un linciaggio mediatico”. “E’ l’ennesimo episodio di intolleranza stalinista della sinistra”, attacca anche l’azzurro Maurizio Gasparri.

Intanto dal governo e da Fratelli d’Italia si rivendicano le politiche sul fronte della natalità e della famiglia, a partire dai fondi che la ministra Eugenia Roccella ha annunciato di aver messo in campo per gli asili nido. “Decontribuzione, asili gratis dal secondo figlio – elenca il capogruppo di FdI Tommaso Foti – aumento dell’assegno unico, potenziamento del congedo parentale, sono alcune delle misure concrete sulle quali il governo di Giorgia Meloni ha deciso di investire”. 

La ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.

Ma in ogni caso la riapertura del tema della legge 194 – alla vigilia della settimana che vedrà l’ok blindato al dl Pnrr in Senato – fa riemergere anche qualche distinguo nel centrodestra. Con FI e Lega da un lato e il partito della premier dall’altro. “La legge 194 non si tocca”, puntualizza il leader azzurro Antonio Tajani. Una posizione ribadita anche dalla vice presidente del partito Debora Bergamini secondo la quale “la 194 è una delle leggi forse migliori che ci siano nei Paesi europei rispetto alla libertà di aborto delle donne”.

Durante il voto sugli odg al decreto Pnrr – ricorda il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari – il partito di Salvini ha dato libertà di coscienza e alcuni si sono astenuti (così come Bergamini e Russo di FI). Questo – spiega Molinari – perché il riferimento nel testo all’attuazione della legge ‘in tutte le sue parti’ poteva essere letto come il tentativo di dire “surrettiziamente” che si è contro la 194, una posizione che non è quella della Lega“. Per il partito la 194 non si tocca, “ci mancherebbe!” e, aggiunge Molinari, “dobbiamo sperare che anche il governo la pensi così”. Il testo del dl Pnrr passerà senza modifiche a Palazzo Madama. Ma è chiaro che il tema aborto potrebbe presto tornare al centro del dibattito.

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