La vita ai margini di Gianluca Bessegato, trovato morto in un fossato

Esclusi segni di violenza. Per l’uomo, 58enne senza fissa dimora, sarebbe stata fatale l’esposizione alle basse temperature.

Silea – Se n’è andato in silenzio, senza fare rumore. Gianluca Bessegato, 58 anni, è morto all’addiaccio di uno stabilimento industriale dismesso. Il suo corpo è stato rinvenuto qualche giorno fa in un fossato lungo via Cendon. La vittima, originaria di Treviso ma con ultima residenza nota a Spresiano, era un senza fissa dimora e aveva trascorso le sue ultime ore nella zona in cui poi è stato ritrovato.

A lanciare l’allarme è stato un residente che stava accompagnando il figlio all’allenamento di calcio. L’uomo ha scorto una sagoma nel fossato e si è subito reso conto della gravità della situazione. Sul posto sono intervenuti immediatamente la polizia locale, i carabinieri di Roncade, il Suem e i vigili del fuoco, ma per la vittima non c’era più nulla da fare.

Il corpo giaceva parzialmente nell’acqua, coperto dalle foglie. A pochi metri di distanza, su una recinzione, è stata rinvenuta la giacca dell’uomo contenente i documenti di identità che hanno permesso l’identificazione. Nelle tasche dei pantaloni, gli inquirenti hanno trovato solo oggetti di uso quotidiano: sigarette, farmaci analgesici e un biglietto dell’autobus.

L’esame esterno della salma, disposto dal Pm Anna Ortica, ha confermato l’ipotesi iniziale di morte per assideramento. Sul corpo non sono emersi segni riconducibili a violenza, ma solo tracce compatibili con la prolungata esposizione alle rigide temperature notturne. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo avrebbe accusato un malore improvviso causato dal freddo intenso, che gli è risultato fatale.

Gli agenti della polizia locale avevano avvistato il 58enne la sera precedente mentre si aggirava nei pressi dell’ex complesso “Chiari e Forti”. Alcuni residenti hanno riferito di aver udito delle urla nella notte, probabilmente riconducibili alla vittima. I carabinieri stanno acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire con precisione gli ultimi spostamenti della vittima.

L’uomo aveva alle spalle una storia di marginalità sociale e problemi legati alla tossicodipendenza. Circa quindici anni fa aveva seguito un percorso di riabilitazione e reinserimento lavorativo presso una cooperativa locale, arrivando anche a lavorare come operatore ecologico. Tuttavia, negli ultimi tempi era tornato a vivere per strada, spostandosi tra diversi comuni della zona.