La Terza via sulla strada di Schlein

La segretaria più a sinistra del Pd vola a Londra per incontrare il leader laburista Starmer, il più a destra della sinistra inglese, l’uomo che ha fatto pace con la Terza via di Tony Blair.

Roma – L’incontro è previsto per i primi d’ottobre ma già fa discutere: cosa avranno da dirsi la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader laburista inglese Keir Starmer? Sebbene rappresentino due tra i più importanti partiti della sinistra europea, e facciano quindi parte della stessa famiglia progressista, si stenta a figurarseli uno accanto all’altra nelle foto opportunity.

Basti pensare che la giovane segretaria giunta al Nazareno sbaragliando a sorpresa il governatore emiliano Bonaccini – lui sì vicino alle posizioni di Starmer – per spostare a sinistra il partito erede del Pci, è stata spesso identificata con un altro leader laburista, il predecessore di Starmer, quel Jeremy Corbyn che a Londra e tra i labour è semplicemente sinonimo di sconfitta, celebrata sulle barricate di un massimalismo fuori tempo massimo.

L’accorto Starmer ha fatto tesoro di quella debacle e. conquistato il partito partendo da sinistra, si è via via affrancato dalla tragica eredità del predecessore spostando, al contrario di quanto fatto dalla collega italiana, il labour su posizioni più centriste o di destra. Una ricetta che pare sorridergli: nella corsa a Downing Street – si vota l’anno prossimo – i sondaggi lo accreditano di un vantaggio tra i 15 e 20 punti percentuali sul rivale e attuale primo ministro conservatore Rishi Sunak.

Keir Starmer leader laburista in corsa per Downing Street

Il deciso riposizionamento di Starmer non si è spinto fino a rinnegare il cuore delle storiche battaglie progressiste – scuola e salute pubblica, giusto salario, terreno per altro condiviso dalla stessa Schlein – ma ha comunque attinto a piene mani a quel patrimonio programmatico che passa sotto il nome di blairismo e pretende di coniugare solidarietà e crescita, redistribuzione e sviluppo, puntando più su quest’ultimo che sulle tasse, ultimo tragico feticcio della sinistra.

Considerando che Blair e la sua Terza via tra capitalismo e socialismo campeggiano nel pantheon politico di Renzi a fianco di Bill Clinton, pare difficile che la trasferta londinese possa far cambiare rotta a Schlein. Ma è su un altro terreno, quello dell’immigrazione, che i due leader progressisti parlano lingue decisamente diverse. Senti Starmer e pare di ascoltare la Meloni: i confini nazionali vanno protetti dagli scafisti, ai quali dare la caccia perché “non possono essere loro a scegliere chi entra nel nostro paese”.

Resta da capire se l’incontro londinese sia da leggere come un ramoscello d’ulivo offerto da Schlein alla minoranza interna del Pd, a quei moderati afflitti da tempo da mal di pancia, o rappresenti invece il primo passo di una strategia politica che contempli anche a Roma un po’ meno Corbyn e molto più Starmer.

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