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La serpe in seno di Schlein, le donne del Pd contro la sua candidatura alle Europee

Tra le sorelle dem volano siluri. Il consiglio non troppo velato a Elly è quello di farsi da parte per non penalizzare le altre candidate pronte a un posto al sole a Bruxelles. La segretaria prende tempo e non scioglie la riserva. L’irritazione è palpabile.

Roma – Sulla scia del consiglio non troppo velato di Romano Prodi di non partecipare alla corsa delle Europee arriva la rivolta delle donne del Partito Democratico contro la candidatura di Elly Schlein. Quando si dice avere una ‘serpe in seno’. Neppure la carica in rosa contro l’ipotesi Schlein capolista alle Europee, appare velata. Anzi, proprio non gradiscono la sua discesa in campo. Parafrasando il film ‘Fratelli coltelli’, tra le sorelle dem volano siluri. La tensione e l’irritazione sono palpabili, e alle signore del Partito Democratico dà molto fastidio che la Schlein stia prendendo tempo.

Come nel film Ecce Bombo il dubbio è amletico: ‘Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo’. Ma il consiglio delle colleghe è chiaro: non andare proprio. Intanto perché non è un mistero che la presenza come capolista del Pd della segretaria taglierebbe le gambe alle altre candidate che aspirano a un posto al sole a Strasburgo. Ecco che allora arriva l’altolà.

Il segretario del Pd Elly Schlein

Il primo siluro lo lancia Paola De Micheli che parla delle controindicazioni della candidatura di Schlein a Bruxelles: “Vorrei cominciare dall’effetto che inevitabilmente genererebbe sulla corsa delle altre candidate. La segretaria capolista dovrebbe lasciare il posto al secondo, un uomo, per via dell’alternanza”. E poi “una candidatura della segretaria porterebbe il resto del partito a impegnarsi con poco entusiasmo nella competizione elettorale. C’è invece bisogno di tutte le forze in campo, in un impegno collettivo a ogni livello di tutte e di tutti”.

Il leitmotiv delle donne dem che fanno muro contro la candidatura della loro segretaria rispolvera un grande classico: un consiglio in chiave femminista. Ma guarda un pò? Ebbene sì, la sua discesa in campo penalizzerebbe le altre parlamentari. Chi lo dice senza peli sulla lingua è l’ex presidente della Camera Laura Boldrini: “Immagino che non voglia incorrere in questo rischio, lei è una segretaria femminista. Candidandosi capolista nelle cinque circoscrizioni finirebbe per danneggiare le donne del partito”.

L’ex presidente della Camera Laura Boldrini

Tra le ingrate sorelle di Schlein c’è anche Alessandra Moretti, che va dritta al punto: “la candidatura della segretaria potrebbe, diciamo così, un pò ostacolare l’elezione di donne, perché con il voto a preferenza ed alternanza di genere l’elettore voterebbe Schlein come donna e subito dopo un uomo. Bisogna capire – spiega l’ex vicensindaca dem a Vicenza – come valorizzare le donne delle liste”.

Non va per il sottile neppure la senatrice dem Sandra Zampa. “Abbiamo contestato le candidature a destra e a manca perché il cittadino elettore deve avere una vicinanza massima con l’eletto, e ora ci candidiamo per dimetterci? Sarebbe una presa in giro paurosa”. La decisione di candidarsi ovunque, aggiunge “sarebbe anche in conflitto con quello che Schlein ha sempre detto. L’ho sempre sentita parlare di comunità, di famiglia. Ora si corre da soli?”.

Schlein, d’altra parte, mira a polarizzare lo scontro con Giorgia Meloni, cercando di consolidare la leadership nel Partito Democratico e tagliando fuori altri leader come Giuseppe Conte. Alcuni esponenti del Pd, che potrebbero essere costretti a gareggiare come secondi in lista, sollevano obiezioni a questa linea, preoccupati per la visibilità e per il fatto che una candidatura di Schlein brucerebbe le possibilità di candidature femminili, a causa della regola dell’alternanza uomo-donna.

L’atteso duello Meloni-Schlein

Davanti a tutte queste obiezioni, come da tradizione, la segretaria Pd preferisce glissare. A domanda secca, la giovane paladina democratica rivendica di avere “sempre detto che è l’ultima delle valutazioni. Prima viene il progetto dell’Europa che vogliamo”.

La sua possibile candidatura, precisa Schlein, “prescinde dalle valutazioni di altri leader e di altre forze”. Un modo elegante per rinviare la questione a data da destinarsi. Insomma, non ha ancora sciolto la riserva. Fa orecchie da mercante e tira dritto senza farsi travolgere dall’ira delle sorelle dem. Del resto il proverbio dice che ‘Se nutri la serpe in seno ti renderà veleno’.

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