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La premier ironizza sulla polemica del nome: “Giorgia Meloni detta ‘Sbirulino’?

La leader Fdi sulle chiacchiere per la sua scelta “nominativa” alle europee: “Sono fiera di essere una del popolo, non sono radical chic”.

Roma – “E’ un trucco che chieda di votarmi scrivendo il mio nome? Io questi dibattiti della sinistra non li seguo più. Cosa devo dire, Giorgia Meloni detta ‘Sbirulino’? Io mi vorrei occupare di cose normali…”. Ironizza la premier Giorgia Meloni sul dibattito – inutile – in corso in vista della competizione elettorale delle europee. “Io ho detto mi piacerebbe che se decidete di votarmi scriveste anche solo Giorgia sulla scheda perché la cosa della quale io vado più fiera dopo un anno e mezzo che faccio il presidente del Consiglio dei ministri è che quando incontro le persone la gran parte delle persone si rivolge a me dandomi del tu e chiamandomi Giorgia”.

Una questione di cui Meloni va fiera “perché significa – fa notare – che il ruolo non ha creato distanza e che io sono ancora la persona del popolo che ero quando sono diventata presidente del Consiglio. E per quanto alla sinistra dei salotti, dei radical chic, questo possa innervosire, io sono fiera di essere una persona del popolo, sono fiera del fatto che le persone ritengano di potersi rivolgere a me dandomi del tu, ritengano che io non sono una persona che si sente su un piedistallo. Questa è una cosa che a me piace. Alla sinistra farebbe probabilmente diciamo orrore”.

I manifesti elettorali di Giorgia Meloni

A questo punto la premier rievoca il fortunato personaggio tv, portato alla ribalta da Sandra Mondaini all’alba degli anni Ottanta, per tornare sulle critiche all’invito della leader FdI a votarla per le Europee scrivendone il solo nome di battesimo sulla scheda. ‘Giorgia Meloni detta ‘Sbirulino’? Non lo so, vorrei occuparmi di cose normali…”. Una questione che la presidente del Consiglio declina evocando di fatto un intervento di Carlo Cottarelli. “Ho letto un memorabile tweet di un senatore Pd che dice ‘non chiamatemi per nome perché sono laureato, mi dovete chiamare dottore’ e in questa frase – spiega – ci sono due mondi. Sei
dottore, molto bene, bravo. Ti sei potuto laureare, bravo. In Italia c’è un sacco di gente che la laurea non se l’è potuta prendere per le condizioni di partenza e dire a queste persone che valgono di meno anziché dire che di occasioni puoi averne molte altre, continua a lavorare e a sacrificarti, penso sia un bel segnale”.

E ancora, attacca: “Non ho una laurea e sono arrivata a fare il presidente del Consiglio – rivendica allora Meloni – puoi arrivare dappertutto anche se purtroppo non hai avuto le condizioni di partenza che
alcuni hano potuto avere”.
“La cosa di cui vado più fiera dopo un anno e mezzo che faccio il presidente del Consiglio – ribadisce – è che quando incontro le persone, la gran parte si rivolge a me dandomi del tu e chiamandomi Giorgia. Sono fiera di essere una persona del popolo”.

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