Un imprenditore e i suoi complici commerciavano benzina senza pagare le imposte allo Stato. L’uomo a capo di due aziende nel settore petrolifero aveva costruito un impero che i militari hanno confiscato.
Reggio Calabria – I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza, con il coordinamento della locale procura della Repubblica – direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore dott. Giovanni Bombardieri, ha dato esecuzione a una confisca di beni – per un valore complessivo stimato in circa 3,5 milioni di euro – riconducibili a Giuseppe De Lorenzo broker reggino, operante nel settore del commercio carburanti.
La figura criminale del proposto era emersa nell’ambito dell’operazione “Andrea Doria”, condotta dal G.I.C.O. del nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria, unitamente allo S.C.I.C.O., a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale e conclusasi nell’aprile del 2021 con l’esecuzione di provvedimenti cautelari personali nei confronti di 23 soggetti, tra cui il citato imprenditore, e reali per oltre 620 milioni di euro.
L’operazione – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – avrebbe disvelato un articolato sistema di frode fiscale realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’IVA e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità.
In particolare, l’associazione – di cui avrebbe fatto parte, con il ruolo di capo promotore, il proposto – avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo tra queste due estremità della catena una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali – con lo scopo di evadere le imposte in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle citate dichiarazioni di intento. Le società “cartiere” avrebbero asserito fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, acquistando il prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’I.V.A.. Tale prodotto, a seguito di meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, sarebbe stato ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, in danno, peraltro, degli onesti imprenditori del settore.
Alla luce delle evidenze, la locale direzione distrettuale antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – ha delegato il gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.
L’attività in rassegna ha consentito di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, anche documentale, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità del proposto, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.
Nel mese di luglio 2022 la sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha disposto, di conseguenza, il sequestro del patrimonio riconducibile all’imprenditore nonché al rispettivo nucleo familiare e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’intero compendio aziendale di due società di capitali operanti nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi.
Inoltre ha confiscato quote di partecipazione al capitale di una società attiva nel settore della consulenza tecnica, un fabbricato, due terreni, un motoveicolo nonché denaro contante per euro 2.101.580,00, rinvenuto dai finanzieri, suddiviso in mazzette cautelate con del cellophane ed occultato in due valigie nascoste in un garage nella disponibilità dell’imprenditore medesimo.