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La mossa di Trump, carta verde agli stranieri che si laureano negli Usa

Il sogno degli States, come ricompensa per chi si laurea in America. Ira dei falchi anti-migranti: “Sono troppi, danno per americani”.

New York –  Il sogno americano come ricompensa a chi si laurea nelle università degli Stati Uniti.
E’ l’ultima proposta di Donald Trump che, con una giravolta delle sue, è passato da una politica ferocemente isolazionista alla proposta di dare la carta verde agli stranieri che hanno compiuto un percorso di studi nei college Usa. Per ottenere l’ambitissimo permesso di soggiorno e, soprattutto, di lavoro permanente, di norma serve un procedimento complicato e dispendioso che può richiedere anche anni, a meno che non si vinca la lotteria annuale o l’azienda sponsorizzi il suo impiegato.

L’idea del tycoon è, invece, che la green card sia consegnata automaticamente alla fine dell’università. “Penso che uno straniero che si laurea in un college qui dovrebbe ottenere automaticamente, come parte del
diploma, una carta verde per poter rimanere in questo Paese”, ha dichiarato l’ex presidente in una puntata del “The All-In Podcast”. Un progetto completamente in contrasto con la sua retorica e le sue iniziative anti-migranti – come “il piano di deportazioni di massa più grande della storia americana” che prevede
l’espulsione di circa 20 milioni di persone – e che ha scatenato l’ira dei repubblicani più conservatori.

Donald Trump

“Se questa proposta assurda passasse, ci sarebbe un’esplosione di Master di basso livello in tutto il Paese che diventerebbero un modo per vendere green card”, ha attaccato Mark Krikorian, direttore esecutivo del Center for Immigration Studies. “La politica Usa sull’immigrazione deve servire gli interessi di tutti gli americani, non dei ceo che cercano manodopera a basso costo”, ha aggiunto Chris Chmielenski, presidente del gruppo conservatore Immigration Accountability Project. Il piano di Trump, ha incalzato, “ridurrebbe i salari per gli americani, aumenterebbe la concorrenza sul lavoro, in particolare per i neolaureati, e rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza nazionale”.

La portavoce della campagna di ‘The Donald’, Karoline Leavitt, ha tentato di placare gli animi dei falchi repubblicani rassicurandoli che “il primo giorno della sua presidenza Trump chiuderà il confine come promesso” e che gli stranieri laureati dovranno passare un “controllo di sicurezza per escludere i comunisti, i fondamentalisti islamici, i sostenitori di Hamas e tutti quelli che odiano l’America”. “Solo dopo una verifica del
genere saremo in grado di stabilire chi può restare per dare un contributo significativo agli Stati Uniti”, ha sottolineato. In tutto questo, il mercato degli stranieri non è un fenomeno nuovo negli Stati Uniti.

Gli studenti di altri Paesi fanno gola alle università Usa perché, spesso, sono costretti a pagare tasse e rette più elevate rispetto agli americani. Secondo un rapporto di novembre dell’International Educational Exchange, sono oltre un milione gli studenti universitari stranieri negli Stati Uniti, di questi circa 289.526 (27%) provenivano dalla Cina e 268.923 (25%) dall’India, seguite da Corea del Sud (4,1%), Canada (2,6%), Vietnam (2,1%), Taiwan (2,1%), Nigeria (1,7%) e Giappone (1,5%). Un gruppo ingente di persone che, se
Trump fosse eletto e mantenesse la sua promessa, avrebbe la possibilità di stabilirsi in pianta stabile negli Stati Uniti.

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