Per tutta una vita ha difeso i diritti degli omosessuali lasciando un segno indelebile nella lotta per l’uguaglianza contro la discriminazione.
MILANO – Dopo un breve malattia ci ha lasciati per sempre la pasionaria che ha sempre combattuto per i diritti degli omosessuali. Si è spenta il 4 agosto scorso, all’età di 85 anni, Rita De Santis, originaria di Termoli, in provincia di Campobasso, viveva a Ghedi, in provincia di Brescia, dove si era trasferita nel 1979 per esercitare la professione di maestra. Rita si era laureata in Pedagogia presso l’ateneo di Messina e si era specializzata in Psicologia differenziale per gravi forme di disagio psichico infantile. La donna aveva allevato da sola i suoi 5 figli senza che venisse meno il suo impegno per le battaglie civili e per la diffusione della cultura.
Poi la svolta della sua vita, in concomitanza con la confessione di essere omosessuale di uno dei suoi figli. Da allora Rita si era rimboccate le maniche e giurava a sé stessa di lottare per il riconoscimento della “normalità” di quelle migliaia di persone che nutrivano affetto e passione per gli individui dello stesso sesso. Una donna attivissima per anni e anni. Solare, coraggiosa, sfrontata quanto basta e contagiosa, oltre che anticonformista. Chiunque l’avesse conosciuta ne veniva irrimediabilmente attratto.
Da gay, lesbiche e trans era considerata una mamma adottiva che sapeva ascoltare e dispensare consigli per affrontare le quotidiane battaglie di vita come discriminazione ed emarginazione. Dal 2007 al 2013 De Santis era stata presidente nazionale di Agedo, l’associazione genitori di omosessuali, per poi ricoprire la carica di presidente onorario. Centinaia i messaggi di cordoglio postati su Facebook e Twitter:
“Ci ha fatto sempre sentire forti, nelle nostre infinite fragilità”, scrivono le persone che con Rita hanno saputo superare discriminazioni e disagi, oltre che violenze fisiche e mentali. Fra mille impegni culturali e decine di manifestazioni di piazza Rita aveva scritto anche un romanzo, dal titolo più che eloquente “Il nuoro”, recentemente ripubblicato e presentato al Salone del Libro di Torino. Rita aveva coniato il neologismo che indica il compagno del figlio omosessuale, decretando il successo della pubblicazione. L’introduzione è firmata da Adele Faccio, compianta parlamentare storica del Partito Radicale all’epoca di Marco Pannella, scomparsa a 84 anni, il 7 febbraio 2007:
” La dote migliore che possiedo e anche la dote peggiore…l’ottimismo – diceva Rita di sé – Spesso le vicende della vita lo velano, ma basta girare la clessidra che il sorriso e la voglia di vivere tornano prepotenti a dominare i gemelli del mio segno zodiacale”.
La donna ha pubblicato anche altri testi, oltre ad una raccolta di poesie, ha realizzato installazioni artistiche, collaborato con varie riviste, anche italo-americane, e tenuto incontri e meeting in diverse università degli Stati Uniti, come il “Mercy College” nell’ambito degli studi su Boccaccio. La piangono in tantissimi perché in Italia era davvero un punto di riferimento certo, una carismatica delle comunità Queen e Lgbt:
” Nemmeno un mese fa abbiamo ballato insieme ad una festa – racconta affranto il figlio Italo Testa – persino il boogie-woogie. Poi il giorno dopo non si è sentita bene. Dal ricovero in ospedale è iniziato il suo precipitoso declino”. Infatti solo una malattia grave quanto repentina ha potuto sconfiggerla:
”La nostra Rita de Santis, presidente di AGeDO Nazionale dal 2007 al 2013 ci ha lasciati dopo una breve malattia che non ha lasciato scampo alla sua vitalità ed energia – scrive sul suo profilo Facebook l’attuale presidente di Agedo, Fiorenzo Gimelli – Alla famiglia e ai tanti che le volevano bene le più sentite condoglianze da tutti noi. È stata fino all’ultimo una combattente indomita, curiosa, appassionata con moltissimi interessi sociali e culturali e che molti di noi ricordano per l’empatia e l’esempio mai venuti meno. Che la terra le sia lieve nella certezza che il suo percorso ha lasciato il segno in molti e che proseguiremo le battaglie comuni con la stessa convinzione. Un abbraccio a tutte e tutti”.
Lo scorso 7 agosto, alle 10 del mattino, si sono celebrati i funerali nella parrocchia di Ghedi, alla presenza dei familiari, parenti e decine di amici, conoscenti e compagni di lotta. La salma è stata poi cremata.