Un’azione eclatante come dimostrazione di forza? Sembrerebbe di si considerando le modalità di un rapimento “lampo” e di una successiva liberazione immediata dell’ostaggio. Se a questi esempi di iniziative criminali aggiungiamo l’insicurezza che lamentano cittadini ed esercenti nei quartieri della Movida la situazione potrebbe davvero sfuggire di mano.
Roma – Nella Capitale la criminalità organizzata alza il tiro, tanto da arrivare a rapire il figlio di un boss in pieno centro e in un locale pubblico. Salvo poi liberarlo con altrettanta tranquillità e come se nulla fosse. Ci riferiamo al “kidnapping” di Danilo Valeri, 20 anni, figlio del più “famoso” Maurizio, 46 anni, detto “Il sorcio”, il mammasantissima del quartiere San Basilio dove l’uomo detta legge nello spaccio di droga.
La manifestazione di forza, con la successiva liberazione dell’ostaggio, potrebbe essere un chiaro messaggio indirizzato al “Sorcio” che nel maggio scorso, nel quartiere Tiburtino, era stato aggredito a pistolettate da ignoti malviventi che, probabilmente, hanno intenzione di soffiargli le piazze della droga dove operano i suoi pusher. Danilo sarebbe stato prelevato a forza la notte del 23 dicembre scorso, intorno alle 2.30, subito dopo aver cenato con alcuni amici nel ristorante giapponese Moku, in via Tor Di Quinto 29.
Il giovane sarebbe stato bloccato da un “kommando” di sei o sette persone, pare non armate e di nazionalità sudamericana, che l’avrebbero costretto a salire su un’auto scura afferrandolo di peso e alla presenza di diversi testimoni. Davanti al ristorante è stato recuperato il telefonino del giovane che durante l’aggressione era andato perduto. Dopo ore di preoccupazione e tensione Danilo veniva ritrovato dagli uomini della Squadra Mobile capitolina che insieme ai colleghi dei commissariati di Ponte Milvio e San Basilio stanno indagando sul caso. Il giovane era in buone condizioni di salute ed è stato subito trasferito in questura dove è stato interrogato dagli inquirenti sotto il massimo riserbo.
Il padre del ragazzo ha sul groppone diversi precedenti di polizia ed è stato scarcerato alcuni mesi addietro. Valeri, a detta degli investigatori, era stato più volte nel mirino della “concorrenza” nel corso di un regolamento di conti legato a vicende di droga e racket delle occupazioni delle case popolari. Gli inquirenti, infatti, cercano un collegamento fra quell’episodio, che è costato a Valeri padre una grave ferita alla gamba, e il rapimento del figlio. Le scene dell’agguato sarebbero state riprese sia dalle telecamere del locale che da alcuni occhi elettronici di sorveglianza stradale le cui registrazioni sono adesso in mano alla polizia. Danilo Valeri, accompagnato dalla madre, avrebbe risposto esaurientemente al Pm Mario Palazzi della DDA di Roma a cui avrebbe raccontato i fatti che bene o male collimano con la versione dei testi.
Dunque un uomo si sarebbe introdotto nel ristorante chiedendo di Valeri. Una volta individuato il giovane, lo sconosciuto avrebbe cercato, sempre con la forza, di spingerlo verso l’uscita del locale. Fuori lo attendevano altri 6 complici che pare si siano “scontrati” con gli amici del ragazzo che urlando tentavano di impedirne il rapimento. Insomma un’altra azione plateale della mafia locale dopo l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, il capo degli ultrà della Lazio ucciso a colpi di pistola il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti. A cena al Moku c’era anche Chanel Totti, figlia dell’ex capitano della Roma, che trema al solo pensiero di ciò che è accaduto.
Tremano di paura anche i commercianti e gli esercenti della zona che ne vedono, ogni giorno, di tutti i colori:
”Stiamo cercando di capire l’esatta dinamica di questo episodio che pare molto grave – ha detto a caldo il sindaco Roberto Gualtieri – siamo in contatto con le forze dell’ordine per conoscere i successivi sviluppi dell’inchiesta”.
Infatti a Ponte Milvio si sono concentrate le indagini della Direzione distrettuale antimafia e della Direzione investigativa antidroga sulle organizzazioni collegate proprio alla figura di Fabrizio Piscitelli, ritenuto personaggio di spicco del narcotraffico romano. Il presunto killer è stato poi arrestato ma sembra che la faida non si sia affatto esaurita:
”La criminalità nell’ambito della Capitale è fortemente instabile – conclude Salvatore Calleri, presidente Fondazione Antonino Caponnetto – in zona si confrontano numerosi gruppi mafiosi organizzati. Tutto questo porta ad alleanze e conflitti per la gestione del territorio dove lo Stato ha difficoltà nelle sue molteplici azioni di contrasto”.
Intanto il rampollo del boss di San Basilio pare abbia festeggiato la sua liberazione con una corsa in auto a 200 all’ora sul Grande raccordo anulare. Ed ha pure ringraziato amici e conoscenti sui social per quanto hanno fatto per lui durante le fasi drammatiche del rapimento. Che bravo ragazzo.