Confisca di 800mila euro a quattro persone condannate anche per truffa e fatture su operazioni inesistenti.
Taranto – Nella mattinata odierna i finanzieri hanno dato esecuzione a un provvedimento, emesso dal tribunale di Lecce – Sezione dei Giudici per le indagini preliminari – applicativo della confisca definitiva di beni per un valore complessivo di oltre 800 mila euro.
Il provvedimento ablatorio riguarda 4 soggetti nei cui confronti il tribunale salentino ha applicato, in via definitiva, la pena su richiesta delle parti (“patteggiamento”) per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di carburanti, alla truffa aggravata ai danni dello Stato e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
L’operazione di servizio in rassegna è parte di un più ampio contesto investigativo, interessante i territori delle province di Taranto e Salerno, le Fiamme gialle tarantine, in sinergia investigativa con il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Salerno e con il Nucleo Investigativo carabinieri a quella sede, all’esito di complesse indagini delegate congiuntamente dalle Procure della Repubblica – D.D.A.– di Lecce e di Potenza, hanno dato esecuzione a un provvedimento applicativo di misure cautelari personali nei confronti di 43 soggetti per le ipotesi di reato, tra le altre, di associazione di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione illegale di armi e contrabbando di carburanti. Nella circostanza sono stati altresì sottoposti a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca “per sproporzione” ai sensi dell’art. 240-bis c.p., 11 compendi aziendali per un valore complessivo stimato in circa 20 milioni di Euro.
Nell’ambito del filone di indagine che ha riguardato specificamente la Provincia di Taranto sarebbe emersa l’esistenza e l’operatività di una presunta associazione criminale di stampo mafioso dedita presumibilmente alla commissione di una pluralità di reati, tra i quali la detenzione illegale di armi, il contrabbando di carburanti e il trasferimento fraudolento di valori. Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità di tali soggetti sarà definitivamente accertata solo ove intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.
Nella sola commercializzazione di prodotti energetici in evasione delle imposte sarebbero risultati coinvolti i 4 soggetti nei cui confronti il tribunale di Lecce ha applicato, in via definitiva, la pena su richiesta delle parti (“patteggiamento”) e disposto la confisca dei beni, oggi eseguita.
Dai pertinenti approfondimenti investigativi, diretti dalla Procura della Repubblica – D.D.A. – di Lecce, sarebbe difatti emerso che i predetti, attraverso società agli stessi riferibili, con sedi a Napoli e Ginosa (TA), tra il settembre e l’ottobre 2019, avrebbero perfezionato la cessione “in contrabbando” di oltre 600 mila litri di carburante destinato all’uso agevolato in agricoltura in favore di soggetti compiacenti non aventi diritto all’agevolazione, per lo più localizzati in Campania, che lo avrebbero destinato ad un uso non agevolato come l’autotrazione.
Particolarmente ingegnoso il presunto sistema di frode attuato dai soggetti coinvolti: da un deposito commerciale compiacente di Bari sarebbero stati prelevati ingenti quantitativi di carburante per autotrazione (assoggettato alle accise e all’I.V.A. in misura intera), simulando apparentemente la cessione di corrispondenti quantitativi di prodotti energetici per uso agevolato gravati da accise e dall’I.V.A. in misura ridotta. I mezzi impiegati per il trasporto del prodotto sarebbero stati dotati di speciali dispositivi in grado – in caso di controllo su strada da parte della Guardia di finanza – di colorare di verde il carburante, così da renderlo visivamente conforme alla documentazione che lo accompagnava. Il prodotto sarebbe quindi giunto presso un deposito commerciale compiacente di Ginosa (TA), dove ne sarebbe stato inscenato falsamente lo scarico e poi la cessione in favore di imprese agricole della provincia di Taranto. Gli autoarticolati avrebbero quindi raggiunto le sedi di destino in Campania, dove il carburante sarebbe stato ceduto a soggetti compiacenti in totale evasione delle imposte dovute.
Il valore complessivo del carburante ceduto in contrabbando ammonterebbe a circa 2 milioni di euro, con la presunta evasione delle imposte a vario titolo dovute per oltre 800 mila euro.