La capitale turca: un caos di confusione e traffico

Istanbul detiene il triste primato, comune però a molte altre metropoli congestionate dal traffico veicolare e dalla mobilità urbana. Anche in Italia, però, non si scherza…

Mamma li turchi: Istanbul è la città più congestionata al mondo! Uno dei problemi più marcati ed evidenti delle società avanzate è la congestione del traffico delle grandi metropoli. Ed è la stessa considerazione che fu espressa nel film “Johnny Stecchino” (1991), una battuta diventata iconica. In questo caso la città di riferimento era Palermo ed era chiaro l’intento ironico dell’autore. Ma oggi è una realtà confermata dai dati che vedono le città italiane e mondiali divorate dal traffico, col tempo che trascorre imperterrito aspettando che la coda di veicoli si alleggerisse.

Molti “maître à penser”, utilizzando parole roboanti, hanno esaltato la mobilità urbana contemporanea. Ossia il flusso di spostamenti all’interno di una città, che include il trasporto pubblico, privato e le forme sostenibili (a piedi, in bici, sharing), con l’obiettivo di ottimizzare accessibilità e qualità della vita tramite piani strategici come il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Malgrado la crescita di e-bike, sharing e zone a traffico limitato (ZTL), la congestione e l’inquinamento dominano ancora il panorama metropolitano. 

Una vera e propria incongruenza rispetto alle promesse di auto elettriche, col conducente elettrico, che comunicano tra di loro e, forse, in futuro anche con gli umani. Basta farsi un giro tra le arterie urbane principali, i Grandi Raccordi Anulari, le aree centrali e le zone con alta densità di attività, per vedere sempre lo stesso copione: code chilometriche!

Recentemente è stato presentato l’ “Inrix Global Traffic Scorecard 2025”, un’analisi annuale della società INRIX (un’azienda leader nelle soluzioni di mobilità intelligente che fornisce dati e analisi sul traffico in tempo reale e storico) che classifica le città di tutto il mondo in base ai livelli di congestione del traffico, misurando il tempo perso dagli automobilisti in coda, le velocità medie e i costi economici e ambientali.

Fornisce dati dettagliati per oltre 900 città in 36 Paesi, mostrando tendenze globali (spesso in peggioramento, con il traffico che aumenta) e specifiche per ogni località, evidenziando problemi e necessità di investimenti in mobilità sostenibile, come a Roma e Milano, che registrano ore di ritardo significative in coda. I dati statistici sono chiari: nel 62% di aree urbane globali i ritardi sono cresciuti, confermando lo strano destino della “velocità” che dovrebbe andare spedita ed invece resta ferma al palo. Istanbul, Turchia, detiene il non invidiabile primato di città più congestionata al mondo, con 118 ore perse.

Anche Roma e Milano occupano una buona posizione per tempo perso nel traffico, a cui i cittadini reagiscono con un certo fatalismo, sottolineando la problematicità del fenomeno, ma anche l’abitudine ad esso. Intanto per le città si notano microcar super tecnologiche e una serie di colonnine elettriche, ma la realtà ci racconta che ci si muove meno di ieri. Nemmeno l’algoritmo, una sorta di ricetta con una ordinata sequenza di istruzioni, tanto osannato come soluzione di ogni criticità, è riuscito, finora, a districare la matassa.

Anche Pechino, in Cina, non scherza in quanto a caos veicolare

Lo spazio offerto è meno di quanto richiesto, come ha confermato la ricerca di INRIX. Sembra non esserci speranze per gli automobilisti imbottigliati nel traffico! Anche le metropoli più virtuose non sono tali per aver risolto il problema della mobilità urbana, ma solo perché calano la velocità meno degli altri, una sorta di corsa alla meno peggio. Mentre il cittadino comune vive sulla propria pelle questa caotica situazione, gli uffici marketing delle grandi marche automobilistiche, seducono l’immaginario collettivo con ipotetiche realtà simultanee, silenziose e scorrevoli.

Ma l’esigenza primaria di una città, oggi, è lo spazio. Qualunque mezzo si utilizzi per spostarsi, è sempre lo stesso film e lo stesso finale: tutti in coda perché ci sposta alla tessa ora. Forse per liberarsi dal giogo, bisognerebbe cambiare il sistema produttivo imperante che prevede l’apertura e chiusura di varie attività lavorative circa alla stessa ora.

Nemmeno il lavoro a distanza ha inciso granché nel calo del traffico cittadino, almeno secondo i dati del report. Pover’uomo metropolitano, tra alzatacce al mattino, stress quotidiano e traffico, ci si immola in nome della modernità!