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Kata rapita alla famiglia per vendicare una ragazzina abusata

Nell’inchiesta sulla bimba scomparsa a Firenze torna alla ribalta una vecchia pista, quella dello stupro su una minore: l’orco sarebbe un parente di Kataleya?

FIRENZE – Ritorna in auge una vecchia pista investigativa, all’epoca dei fatti abbandonata per mancanza di indizi concreti: Kata, la bimba di 5 anni scomparsa nel giugno scorso, sarebbe stata rapita per vendicare una ragazzina abusata. La vittima della violenza sessuale sarebbe una minore che abitava all’ex hotel Astor, poi sgomberato, mentre l’orco sarebbe un parente della bimba sparita. E che qualcosa di terribile sia realmente accaduto nell’ex albergo occupato abusivamente da peruviani e rumeni, prima della scomparsa di Kataleya, pare proprio assodato nonostante rimangano ancora sconosciuti i particolari. In questo squallido contesto dunque si sarebbe consumato uno stupro in danno di una ragazzina facente parte di una famiglia residente nell’edificio fatiscente di via Maragliano.

L’ex hotel Ariston dove è stata rapita la bambina

Alcuni testimoni avrebbero riferito agli inquirenti che una persona assai vicina a Miguel Angel Romero Chicclo e alla moglie Katherine Alvarez, genitori di Kata, sarebbe il presunto pedofilo che avrebbe usato violenza sessuale alla giovanissima vittima. Kata dunque sarebbe diventato l’innocente obiettivo di una vendetta trasversale, che si sarebbe realizzata con un sequestro di persona studiato nei minimi dettagli seguito poi da una fitta coltre di omertà e nessuna richiesta di riscatto alla famiglia della piccola. Ovviamente si tratta di ipotesi ma se le indiscrezioni si fanno sempre più pressanti, nonostante il riserbo degli inquirenti, qualcosa di eclatante potrebbe portare ad una svolta reale in uno dei casi più complessi di scomparse di bambini.

Di violenza sessuale su minore, infatti, si era parlato già subito dopo la sparizione della bambina ma nessuno aveva confermato i sospetti in mano agli investigatori e non c’erano stati indizi in grado di reggere il proseguo dell’inchiesta in questa direzione. La pista, pur non essendo abbandonata del tutto, era finita in secondo piano rispetto alle due principali che vedevano, in primis, il rapimento di Kata come una ritorsione legata al racket degli affitti e, in subordine, quella legata ad un possibile scambio di persona per un debito di droga. Quest’ultima pista faceva scaturire diverse rogatorie presso l’autorità giudiziaria peruviana per ascoltare quattordici persone a vario titolo sospettate di aver avuto  che fare con la vicenda.

Carlos Palomino De La Colina, il boss dell’Ariston accompagnato in questura

Ma il racket degli affitti e un debito di droga di poche centinaia di euro possono aver indotto una “famiglia” rivale a ricorrere ad un rapimento di una bambina di 5 anni? E se si, che fine avrebbe fatto Kata? Quanto durerebbe la sua fuga forzata? Quando verrà restituita alla famiglia? L’inchiesta prosegue comunque a tutto tondo e senza escludere alcun particolare ma l’attenzione degli investigatori, ancora una volta, è focalizzata nell’ambito familiare i cui componenti, probabilmente, non avrebbero riferito tutto ciò che sanno, creando grossi problemi a magistrati inquirenti e Forze dell’ordine. Nel novembre scorso erano stati ascoltati, presso la Procura di Firenze, Abel Argenis Vasquez, fratello della madre di Kata, e Marlon Edgar Chicclo, 18 anni, uno dei fratelli del padre della piccola sparita nel nulla.

Era stato interrogato anche il boss dell’Astor, Carlos Palomino De La Colina, quale indagato nel procedimento connesso sul racket degli affitti nell’ex albergo occupato da diverse etnie, italiani compresi. Anche i due zii di Kata erano stati indagati a seguito del rilevamento di macchie rosse nelle loro stanze, fatto questo che aveva fatto pensare alla presenza di tracce ematiche, poi risultate di altra natura. Successivamente erano stati iscritti sul registro degli indagati due cugine peruviane e un cittadino romeno, perché ripresi dalle telecamere stradali con borsoni e trolley fuori dall’Astor in orari compatibili con quelli della scomparsa.

I genitori di Kata

Non avendo rinvenuto tracce biologiche della bimba dentro le borse il filone d’inchiesta sembra destinato all’archiviazione con successivo proscioglimento dei tre sospettati. Alcune settimane addietro gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, insieme al consulente Luciano Garofano, che assistono i genitori della bambina avevano dichiarato in una nota di rinunciare congiuntamente all’assistenza legale e tecnico scientifica in favore di Miguel Angel Romero Chicllo e Carmina Catherine Alvarez Vasquez, perché sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario con i due peruviani. La coppia avrebbe contattato una sedicente sensitiva che si occuperà di “ritrovareKataleya.

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