La maggior parte ha ricevuto proposte di natura sessuale: sono circa 2 milioni e 322mila le persone tra i 15 e i 70 anni vittima di avances.
Roma – Sono circa 2 milioni e 322mila le persone tra i 15 e i 70 anni che hanno subito una forma di molestia sul lavoro nel corso della vita. Di questi l’81,6% sono donne (pari a circa 1 milione 895mila, il 13,5% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni). È quanto emerge dal report dell’Istat ‘Le molestie: vittime e contesto’, relativo agli anni 2022-2023. A queste si aggiungono le donne che hanno subito ricatti sessuali sul lavoro, pari a 298mila.
La forma di molestia subita più frequentemente dalle donne è la molestia verbale come proposte inappropriate o indecenti di natura sessuale, oppure commenti offensivi sul proprio corpo. Con lo sviluppo dei social e delle tecnologie – si legge nel rapporto – il rischio di essere vittima di molestie si è esteso
alla dimensione virtuale. Oltre alle molestie fatte di persona, la tecnologia ha facilitato la diffusione di altre molestie e offese. I social (WhatsApp, Messenger e altri) sono canali dove si possono ricevere proposte inappropriate, foto o video a contenuto sessuale, o dove possono essere diffusi o pubblicati foto e video a sfondo sessuale senza consenso.
Nei tre anni precedenti l’intervista, il 3,1% delle donne ha subito almeno una molestia di persona, l’1,7% tramite strumenti di messaggistica, caratterizzate da una relazione a due, una vittima e un autore, e l’1,9% attraverso piattaforme social (in questo caso, invece, la vittima è di fronte a un pubblico indefinito e molteplice).