Indagati di dissipazione patrimoniale e distrazione dei beni: 5 imprenditori denunciati nel distretto calzaturiero del fermano.
Fermo – In un clima di generale attenzione da parte di tutte le principali istituzioni ai fenomeni di infiltrazione criminale nel tessuto socio-economico provinciale la Guardia di Finanza, alla luce delle peculiarità di polizia economico-finanziaria, è chiamata costantemente a contrastare le illecite condotte poste in essere in danno del corretto andamento delle relazioni economiche e dell’economia pubblica.
Tuttavia, a fronte di imprenditori che, nonostante le difficoltà legate anche alla particolare congiuntura economica, conducono le proprie aziende nel rispetto delle regole, le attività effettuate dal Corpo portano sovente ad accertare diverse fattispecie penalmente rilevanti disciplinate dalla normativa fallimentare, tra cui fenomeni di dissipazione del patrimonio societario – distratto dalla finalità di onorare i debiti delle aziende, danneggiando così ignari fornitori, trovatisi conseguentemente nell’impossibilità di riscuotere le somme spettanti – oppure illecite condotte “preferenziali”, per favorire alcuni creditori a discapito di altri, ovvero casi di sottrazione e/o distruzione di documentazione, al fine di non consentire la ricostruzione del patrimonio a danno dei creditori aventi diritto, tra i quali anche l’Erario e l’INPS.
Da inizio anno, le Fiamme gialle fermane hanno eseguito diverse indagini di polizia giudiziaria, delegate dalla locale Procura della Repubblica, a termine delle quali sono stati denunciati 5 imprenditori, tutti di nazionalità italiana, per i reati di bancarotta fraudolenta semplice e documentale, ma anche patrimoniale continuata con distrazione dei beni.
Le attività investigative hanno permesso di ricostruire in modo capillare le movimentazioni finanziarie che hanno portato diverse aziende del distretto calzaturiero del fermano al dissesto, accertando una pluralità di condotte illecite, che hanno determinato la distrazione di beni per un valore complessivo di circa € 400.000.
Nell’ambito di una perquisizione domiciliare finalizzata al rinvenimento della documentazione contabile, che uno degli amministratori non aveva consegnato al curatore fallimentare nominato dal locale Tribunale, sono state rinvenute armi da fuoco legalmente detenute ed il relativo munizionamento, in parte detenuto illegalmente, in violazione dell’art. 697 del codice penale. In particolare, i finanzieri hanno sequestrato 276 cartucce non dichiarate ed effettuato il ritiro precauzionale, ai sensi dell’art. 39 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, dell’intero piccolo arsenale nella disponibilità dell’imprenditore: nello specifico, 3 pistole e 4 fucili di vario calibro.