Chirurgia bariatrica, farmaci, pillole miracolose e pozioni magiche non servono per dimagrire. Si può perdere peso mangiando ma questa diventa una filosofia di vita. Una regola che solo quel geniaccio di Lemme può offrirvi con certezza del risultato.
Riflettete e ditemi se non è demenziale tutto questo: la chirurgia bariatrica è la geniale soluzione che il panorama medico sanitario nazionale ufficiale applica per risolvere il problema obesità. La medicina ufficiale, fallendo inevitabilmente con le sue prescrizioni di diete ipocaloriche da 1100 calorie al dì e sedute sfiancanti di attività fisica, non essendo in grado o non volendo attuare una costruttiva autocritica da un punto di vista scientifico, dove ha indirizzato le sue prospettive ovvero i suoi fondi? Indovinate un po’? Ha buttato soldi al vento per curare l’obesità con la chirurgia bariatrica! Di che cosa si tratta? Interventi chirurgici a tutti gli effetti, con anestesie, rischi e complicanze, annessi e connessi, in più pericolosi e costosi.
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Per sottolinearne l’assurdità vi faccio perdere due minuti nell’illustrarli. Questi interventi si suddividono in due tipologie principali:
- interventi di tipo restrittivo gastrico (gastroplastica nelle diverse varianti tecniche e bendaggio gastrico regolabile);
- interventi di tipo malassorbitivo (bypass biliointestinale, diversione biliopancreatica).
Il bendaggio gastrico si basa su un semplice principio anatomico. Con un’apposita benda si crea una strozzatura in quel sacchetto che è lo stomaco e si genera così un serbatoio gastrico di volume ridotto. Con questo accorgimento si riduce la capienza dello stomaco, il soggetto non riesce a introdurre più di tanto il cibo, altrimenti scatta l’impulso del vomito. La furbata consisterebbe nel credere che mangiando di meno si dimagrisca. I medici consigliano di frullare gli alimenti per evitare l’impulso del vomito. Con questo accorgimento la velocità di assorbimento del cibo, e quindi la quantità di glucosio nel sangue, aumenta inesorabilmente con tutti i risultati che sappiamo in termini di stimolazione dell’insulina e conseguente ingrassamento. Da me vengono molte persone che si sono già sottoposte al bendaggio e che, nonostante tutto, non sono riuscite a dimagrire.
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La prima cosa che tentano di fare, appena constatati i clamorosi risultati che ottengono finalmente con l’alimentazione in chiave biochimica-ormonale del sottoscritto, è recarsi al loro distretto sanitario per concordare la rimozione del bendaggio. L’azienda sanitaria risponde loro ‘picche’ perché dovete sapere che un intervento di rimozione è sinonimo di fallimento e riduce l’accaparramento di fondi per finanziare quel reparto, quindi meno soldi per la struttura ospedaliera. I pazienti si trovano di fronte a un muro di gomma. Chiedere di essere operati per il bendaggio gastrico è trafila facile e rodata ma chiederne la rimozione si rivela un incubo. La gastroplastica è un’altra tecnica “taglia e cuci” inventata da un americano, Edward Mason, che cercò di “cucire” lo stomaco in modo da ridurne la capienza. Io vi ricordo che sono sufficienti 5 grammi di glucosio per attivare la secrezione di insulina e innescare la produzione di grasso nelle cellule adipose, rendendo inutili i ferri del chirurgo.
Esistono anche i bypass intestinali inventati negli anni Cinquanta. Sono interventi di tipo malassorbitivo, ideati per ridurre drasticamente la superficie di intestino coinvolta nell’assorbimento durante la digestione. Sono irreversibili. Si basano sull’asportazione di alcuni tratti dell’intestino. La superficie intestinale è deputata ad assorbire i composti nutritivi. Di conseguenza si ha un’assimilazione complessiva compromessa e, dunque, il calo di peso. Ma al costo di un’importante sindrome da malassorbimento con tutti gli effetti collaterali del caso. Si riscontrano valori clinici alterati e una serie di complicanze metaboliche che possono condurre alla morte. Inoltre è richiesta una continua assunzione di farmaci e di integratori per compensare le carenze di vitamine e minerali. Ditemi se può essere considerata una soluzione intelligente e sana.
A me sembra una cagata pazzesca come La corazzata Potëmkin di fantozziana memoria. Questi interventi chirurgici costano dai 7mila ai 25mila euro a paziente. Voi pensate ‘tanto sono gratis’ perché li paga il Sistema Sanitario Nazionale ma in ultima analisi li paghiamo tutti con le nostre tasse mentre il Sistema Sanitario in Italia con queste politiche si avvicina al collasso. Entro i successivi 10 anni il 50% di questi pazienti ha già recuperato tutti i chili perduti.
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Un’altra soluzione prospettata agli obesi sono i farmaci per dimagrire. Sono specchietti per le allodole. La sibutramina, un antifame, è stata bandita in Italia dal 2010 per i rischi cardiovascolari che comportava. L’orlistat, da farmaco dietro prescrizione che era, oggi è diventato da banco. E’ inutile e non attiva nessun dimagrimento ma inibisce l’assorbimento dei grassi a livello intestinale, azione che non serve a nulla perché, ve l’ho spiegato, i grassi non fanno assolutamente ingrassare, perché non stimolano la secrezione di insulina. Va detto piuttosto che l’orlistat, diminuendo l’assorbimento dei grassi di circa il 30 per cento, ostacola l’assorbimento delle vitamine liposolubili D, E, K e del beta-carotene. Inoltre ha qualche effetto negativo: feci liquide e oleose, flatulenza, incontinenza fecale, frequenti crampi addominali, insomma vi rende schiavi della presenza a stretto raggio di un bagno. Tra i farmaci da banco ci sono poi i diuretici che vi fanno perdere pipì ma non ciccia e i lassativi che vi fanno perdere popò … ma non è ciccia nemmeno quella.
Altri, a base di alghe, una volta nello stomaco si gonfiano come spugne, aumentando di volume per darvi un senso di pienezza ma anche problemi gastrici e intestinali. Vi posso garantire che non esistono farmaci magici per tenere sotto controllo il peso. Se i farmaci funzionassero non esisterebbero i ciccioni. La via maestra è quella che ho intrapreso io: usare il cibo come farmaco per sconfiggere l’obesità. Sembra un paradosso ma è una regola metabolica: mangiare per dimagrire, io vi insegno come. È talmente semplice che nessuno intende applicare la regola. Pensateci. Non viene attuato per un motivo redditizio: le industrie farmaceutiche producono e vendono farmaci, non spaghetti.
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