HOME | LA REDAZIONE

Intercettazioni avvocato-cliente, primo ok a tetto di 45 giorni

La Commissione Giustizia di Palazzo Madama approva il disegno di legge che ha come primo firmatario il senatore di FI, Pierantonio Zanettin.

Roma – La Commissione Giustizia di Palazzo Madama approva il disegno di legge che ha come primo firmatario il senatore di FI, Pierantonio Zanettin e che fissa il tetto di 45 giorni alle intercettazioni tra difensori-avvocati. Concluso l’esame degli emendamenti, si attendono ora i pareri delle commissioni competenti per dare il mandato al relatore. Il provvedimento era stato di fatto riscritto dalla proposta di
modifica della relatrice Erika Stefani (Lega) sul quale il Pd si è astenuto e il M5S ha votato contro. 

Il testo, riformulato dall’emendamento di Erika Stefani, prevede che le intercettazioni tra cliente e avvocato non possano “avere una durata complessiva superiore ai 45 giorni, salvo che l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti che devono essere oggetto di espressa motivazione”. E si fa riferimento ai reati più gravi come quelli di criminalità organizzata e anche di terrorismo (legge 12 luglio 1991 n.203). “Abbiamo deciso di astenerci – spiega il capogruppo Dem in Commissione Alfredo Bazoli – perché l’emendamento di Erika Stefani ha recepito in parte le nostre richieste visto che volevamo far rientrare in questa deroga anche i reati più gravi di mafia e terrorismo”.

“Ma non escludo – aggiunge – che in Aula voteremo contro perché si tratta di un provvedimento comunque
incompleto e scritto male”. Oltre ai senatori del Pd anche Avs si è astenuta, mentre il M5S ha votato contro.  “Il governo esprime soddisfazione” per la conclusione dell’esame degli emendamenti al ddl sulle intercettazioni tra indagato e difensore in commissione Giustizia del Senato: così il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto al termine della seduta della commissione.

“È un provvedimento equilibrato che si pone esattamente al centro tra esigenze delle indagini, che nessuno nega, e diritto alla riservatezza, per una corretta gestione di uno strumento invasivo. I reati più gravi sono rimasti fuori da tutto questo – precisa Sisto – compreso il terrorismo. È un ulteriore passo verso un corretto equilibrio tra chi indaga e diritti degli indagati”. “Ora bisogna portarlo in Aula e farlo diventare legge quanto prima”, conclude. 

“Governo e maggioranza – replica la capogruppo M5S in commissione Giustizia al Senato Ada Lopreiatomarciano senza sosta e senza scrupoli sulle intercettazioni, ad ogni provvedimento trovano il modo di limitarle, è diventata una autentica ossessione. Non si fermano nemmeno di fronte alla violenza contro le donne, con buona pace dei proclami continui della premier Meloni e di tutto il centrodestra”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa