Insulti antisemiti a Liliana Segre: chiesto il processo per Cecilia Parodi. A giudizio anche sette hater [IL VIDEO-CHOC]

La scrittrice e attivista imputata per istigazione all’odio razziale e diffamazione aggravata. Nei guai anche altri sette utenti accusati di insulti online contro la senatrice a vita.

Milano – Il pm di Milano Leonardo Lesti ha richiesto il rinvio a giudizio per Cecilia Parodi, scrittrice e attivista, accusata di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale e diffamazione aggravata dall’odio razziale. Al centro del procedimento, un video pubblicato su Instagram nel quale Parodi aveva pronunciato frasi gravemente antisemite, tra cui: “Odio tutti gli ebrei, odio tutti gli israeliani, dal primo all’ultimo”, oltre ad attacchi espliciti contro la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.

Il fascicolo, aperto lo scorso anno su denuncia della stessa Segre, vede coinvolto anche il giudice per l’udienza preliminare Luca Milani, che deciderà il 26 giugno se accogliere la richiesta della Procura. In quell’occasione, la senatrice potrà costituirsi parte civile, assistita dall’avvocato Vincenzo Saponara.

Il video postato su Instagram da Cecilia Parodi in cui sosteneva di “odiare tutti gli ebrei”

Il filmato — definito “choc” dagli inquirenti — conteneva espliciti incitamenti all’odio razziale, con offese reiterate nei confronti della comunità ebraica e, in particolare, della figura pubblica di Liliana Segre, bersaglio di un attacco che il gip ha definito “la più infamante delle offese, uno sfregio alla verità oggettiva”.

Ma il caso Parodi è solo una parte di un più ampio procedimento giudiziario: il pm Nicola Rossato sta procedendo con citazione diretta a giudizio per sette “hater” che hanno diffamato online la senatrice con aggravante dell’odio razziale. Il gip Alberto Carboni ha disposto per loro l’imputazione coatta e ha ordinato l’ampliamento dell’inchiesta ad altri nove soggetti, mentre dodici posizioni sono già chiuse in vista del processo.

Tra gli indagati vi sarebbero anche No vax e simpatizzanti del fronte pro-palestinese che, secondo l’accusa, hanno accusato Segre di nazismo, in un ribaltamento violento e paradossale della memoria storica.

Infine, la Procura è al lavoro per identificare i titolari di 86 account anonimi, da cui sarebbero partiti ulteriori messaggi diffamatori, razzisti e minacciosi. L’obiettivo è portare in giudizio tutti coloro che hanno partecipato alla campagna d’odio digitale contro una delle figure simbolo della memoria dell’Olocausto in Italia.

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