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Infortuni sul lavoro, a gennaio meno denunce ma più morti: i dati Inail preoccupano

A gennaio 2025 gli infortuni sul lavoro calano (-1,2%) ma i decessi crescono (+36,4%). Inail: 45 morti sul posto e 14 in itinere. Aumentano anche le malattie professionali (+5,9%).

Roma – Il primo mese del 2025 si apre con un quadro contrastante sul fronte della sicurezza sul lavoro in Italia. Secondo i dati diffusi dall’Inail, gli infortuni denunciati a gennaio registrano una lieve diminuzione (-1,2%) rispetto allo stesso mese del 2024, ma i decessi sul lavoro segnano un drammatico aumento del 36,4%. Un trend che desta allarme e che si accompagna a un incremento delle morti legate agli infortuni in itinere, ovvero nel tragitto tra casa e luogo di lavoro, cresciute del 16,7%, nonostante un calo delle denunce complessive in questa categoria (-2,9%).

Nel dettaglio, le denunce di infortuni sul lavoro con esito mortale (escludendo gli studenti) sono state 45 a gennaio 2025, 12 in più rispetto alle 33 registrate un anno fa. Un dato che evidenzia una preoccupante escalation della gravità degli incidenti. Anche gli infortuni in itinere mortali mostrano un incremento: 14 casi contro i 12 di gennaio 2024, a fronte di una riduzione complessiva delle segnalazioni per questa tipologia. Parallelamente, le patologie di origine professionale denunciate sono aumentate del 5,9%, raggiungendo quota 6.587, un segnale che il rischio salute nei luoghi di lavoro rimane una questione aperta.

I numeri dell’Inail tracciano una mappa di un fenomeno complesso. La diminuzione degli infortuni non mortali potrebbe riflettere un miglioramento delle condizioni di sicurezza in alcuni settori o una maggiore attenzione alla prevenzione, ma l’impennata dei decessi suggerisce che le misure adottate non siano ancora sufficienti a proteggere i lavoratori dai rischi più gravi. “Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per il sistema paese”, ha commentato un esperto di sicurezza sul lavoro, che prefersice restare anonimo, sottolineando la necessità di interventi mirati, soprattutto nei comparti più colpiti come l’edilizia, i trasporti e l’industria manifatturiera, storicamente a rischio.

Gli infortuni in itinere, in particolare, accendono i riflettori su un aspetto spesso trascurato: la sicurezza nei trasferimenti quotidiani dei lavoratori. L’aumento dei casi mortali in questo ambito potrebbe essere legato a fattori come il traffico, le condizioni stradali o la stanchezza, ma l’Inail non ha ancora fornito un’analisi dettagliata delle cause. Intanto, il lieve calo delle denunce complessive (-2,9%) potrebbe essere influenzato da una riduzione degli spostamenti, forse dovuta a un incremento dello smart working o a variazioni stagionali.

Sul fronte delle malattie professionali, l’aumento del 5,9% rispetto a gennaio 2024 conferma una tendenza in crescita negli ultimi anni. Patologie muscolo-scheletriche, esposizione a sostanze nocive e stress lavorativo sono tra le principali cause denunciate, riflettendo un’esposizione prolungata a condizioni di rischio che, se non affrontate, potrebbero tradursi in un ulteriore aggravamento delle statistiche.

Il report Inail di gennaio 2025 arriva in un momento in cui il dibattito sulla sicurezza sul lavoro è più vivo che mai. Sindacati e associazioni di categoria chiedono con forza un rafforzamento dei controlli, formazione obbligatoria più capillare e incentivi per le aziende che investono in prevenzione. “Non possiamo accettare che il lavoro continui a essere una roulette russa”, ha dichiarato un rappresentante sindacale, mentre dal mondo politico si levano voci che invocano una revisione delle normative vigenti.

I dati di gennaio rappresentano solo l’inizio dell’anno, ma lanciano un segnale chiaro: la strada per ridurre l’impatto degli infortuni sul lavoro è ancora lunga. Con 59 decessi totali tra infortuni sul posto e in itinere, il 2025 si apre con un monito che non può essere ignorato: servono azioni concrete per invertire questa tendenza e garantire che ogni lavoratore torni a casa sano e salvo.

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