Dieci i pazienti che hanno riportato gravi complicanze post-operatorie ma il numero parrebbe destinato a crescere. Aperta un’inchiesta.
Catania – Un’ondata di complicanze post-operatorie ha colpito pazienti sottoposti a chirurgia della cataratta in una clinica privata di Catania, spingendo la magistratura ad aprire un fascicolo d’indagine. Almeno dieci persone operate nella stessa data hanno dovuto ricorrere alle cure dei pronto soccorso cittadini a causa di gravi problemi all’occhio trattato. L’ipotesi investigativa formulata dagli inquirenti riguarda lesioni di particolare gravità, configurate dal deterioramento permanente della funzione visiva. Il fascicolo è affidato ai magistrati del pool guidato dal procuratore aggiunto Agata Santonocito, secondo quanto emerso da fonti dell’Ansa.
Le persone che hanno manifestato complicazioni sono state distribuite tra le principali strutture sanitarie pubbliche del territorio. Il reparto di Oculistica dell’ospedale Cannizzaro ha accolto quattro degenti, mentre il Policlinico universitario ne ha ricoverati sei. Entrambi i nosocomi hanno immediatamente implementato le procedure cliniche standard destinate a questo tipo di emergenze sanitarie.
L’associazione Codacons ha lanciato l’allarme sostenendo che il bilancio potrebbe essere decisamente più pesante, con una stima che arriverebbe a coinvolgere circa trenta persone. L’organizzazione ha formalizzato la propria iniziativa su due fronti: da un lato presentando una denuncia agli uffici giudiziari catanesi, dall’altro inviando una comunicazione ufficiale al dicastero della Salute. L’obiettivo dichiarato è ottenere verifiche rapide per chiarire l’origine del problema, individuare chi ne porta la responsabilità e accertare se vi siano state violazioni nelle norme di sicurezza sanitaria.
La documentazione raccolta dal Codacons descrive un quadro clinico preoccupante. Le infezioni manifestatesi hanno reso indispensabile l’avvio immediato di cure con farmaci antibiotici mirati. Per alcuni pazienti, quelli nelle condizioni più serie, i medici hanno dovuto ricorrere a una seconda operazione chirurgica. Le amministrazioni degli ospedali dove sono stati trasferiti i malati avrebbero disposto misure eccezionali di sanificazione e prevenzione per gli spazi clinici e le aree chirurgiche. Alcune strutture del servizio pubblico avrebbero inoltre deciso di sospendere in via precauzionale le operazioni di cataratta programmate, per dare modo di eseguire ispezioni complete.
Secondo quanto comunicato dal Codacons, le prime valutazioni tecniche orienterebbero verso due possibili scenari: un inquinamento degli ambienti operatori oppure deficit nelle metodologie di sanificazione del materiale chirurgico. Paradossalmente, però, i test iniziali effettuati sui dispositivi filtranti e sulle soluzioni impiegate negli interventi avrebbero dato esito rassicurante, confermando l’assenza di agenti contaminanti. Questo elemento sposterebbe l’attenzione verso possibili anomalie nella conduzione pratica delle attività chirurgiche o nella cura degli spazi operatori della struttura privata al centro dell’inchiesta.