Franco Mari chiede una relazione del ministro: “Oggi si chiudono meno cantieri di ieri. Le ispezioni sono concordate con i consulenti”.
Roma – “Tre morti al giorno sono una strage. La crescita dei caduti sul lavoro per noi è dovuta alla maggiore precarietà, in questi anni il peggioramento ha coinvolto le condizioni di lavoro e salari. La patente a punti voluta da questo Governo non ha solo fallito, ha anche peggiorato la capacità degli organi ispettivi”. Così Franco Mari, capogruppo di AVS nella commissione Lavoro della Camera, chiedendo in Aula la Relazione del ministero sulla sicurezza sul lavoro e una informativa della ministra Calderone.
“Oggi si chiudono meno cantieri di ieri – fa notare – perché gli ispettori hanno meno possibilità e le ispezioni sono concordate con i consulenti del lavoro! Gli incidenti mortali crescono non per una fatalità: la ministra Calderone si assuma le sue responsabilità, venga in Aula per una informativa e presenti la Relazione annuale prevista dalla legge”. Eppure i dati diffusi dal governo sono differenti. “Patente a punti” per i cantieri, già 400.000 imprese hanno aderito al nuovo sistema, introdotto per migliorare la sicurezza sul lavoro e combattere le irregolarità, aveva evidenziato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, secondo la quale il nuovo sistema segna la fine dell’epoca dei cosiddetti “furbetti” che aggirano le norme.
L’annuncio sulla patente a punti era avvenuto durante la 74ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, organizzata dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro (Anmil). Calderone ha sottolineato in quell’occasione l’importanza di intensificare i controlli, annunciando un’azione ispettiva in corso per verificare la validità degli attestati di formazione sulla sicurezza. L’obiettivo è assicurarsi che i lavoratori ricevano la giusta preparazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Inoltre, la ministra ha evidenziato la necessità di aggiornare la normativa sulla sicurezza, poiché le attuali leggi non sono più adeguate al contesto lavorativo odierno, che è profondamente cambiato. Il messaggio è chiaro: c’è ancora molto da fare per garantire una maggiore tutela dei lavoratori, riducendo il numero di incidenti e infortuni sul lavoro.