La festa della Donna è diventata un focolaio mortale. Organizzatore e partecipanti andrebbero denunciati per associazione a delinquere e per attentato alla salute pubblica
La nuova Codogno sembrerebbe localizzata in Calabria, più precisamente sulla costa tirrenica. A finire nell’occhio del ciclone sarebbe la cittadina di San Lucido, straordinaria meta turistica del cosentino.
Dopo che nei giorni scorsi il barbiere del luogo è risultato positivo al tampone CoVid 19, gli organi di polizia hanno iniziato ad indagare sugli ultimi spostamenti del libero professionista e dei suoi familiari. A destare maggiore preoccupazione nelle autorità sarebbe stata la festa della Donna svoltasi in pubblico l’8 marzo scorso. Alla manifestazione hanno partecipato gli esercenti di molte attività locali per un totale di circa 400 persone fra cui il famigerato barbiere.
A complicare ancor di più la già fragile situazione locale si aggiunge il buco istituzionale di cui è vittima la cittadina. Infatti il comune rivierasco attualmente è senza sindaco e vice sindaco. La gestione dell’ente locale è in mano ad un commissario prefettizio che in questi giorni sembra poco presente. Le autorità regionali intanto hanno blindato il luogo, predisponendo posti di blocco ad ogni entrata e uscita della città. Anche il sindaco della vicina Paola, uno degli snodi ferroviari più importanti del Sud Italia, ha intensificato i controlli sbarrando ogni via d’accesso alla città di San Francesco. Sappiamo tutti quanto fragile sia la sanità calabrese e quanto disastrosa possa essere un’epidemia nella Regione. Attendiamo di capire quali saranno le risposte offerte dalla Provincia e dalla Regione per far fronte ad una situazione potenzialmente esplosiva. Comunque stiano le cose feste e celebrazioni, anche per il buon Dio compreso, sono sospese sino a nuovo ordine. In basso l’audio che racconta la vicenda del contagio per assembramento di persone.