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Ilaria Salis in tribunale: giudice rivela il domicilio, il padre protesta. È polemica

La replica del ministro Nordio: “Seguita la procedura prevista dagli accordi internazionali, governo non interferisce con magistratura”.

Budapest – Arrivata in tribunale in taxi assieme ai suoi genitori e per la prima volta non è stata portata in aula in manette e con le catene alle caviglie, Ilaria Salis, la 39enne attivista italiana a processo a Budapest con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Salis è entrata rapidamente tra giornalisti e il gruppo dei suoi amici, fra i quali anche Zerocalcare, che l’attendevano all’esterno del tribunale. Oggi è la terza udienza del processo a suo carico: rischia dai 2 ai 24 anni di carcere. Ma il padre protesta perché il giudice avrebbe rivelato il domicilio della figlia.

“Adesso abbiamo una situazione assolutamente ingestibile – dice Roberto Salis – quindi il governo deve prendere subito posizione e deve fare in modo o che Ilaria venga trasferita immediatamente in Italia o che vada ora in ambasciata. Sono successe molte cose e tutte molto gravi e ci sono state delle violazioni gravissime con il giudice che rappresentava l’accusa e la cosa più grave è che con una modalità davvero incredibile è stato bellamente diffuso il suo domicilio di residenza dove rischia lei ma anche altri cittadini italiani”. Su quanto successo Roberto Salis ha spiegato che Avs presenterà un’interrogazione parlamentare. 

Roberto Salis

Due testimoni e una presunta vittima convocati dal giudice non hanno riconosciuto Ilaria Salis. Lo riferisce l’avvocato Mauro Straini: “Nessuno dei tre, due donne e un uomo, l’ha riconosciuta, sollecitati dal giudice a dire se l’avessero vista in quei frangenti. Una delle vittime ha detto di essersi resa conto tre mesi dopo i fatti di avere delle lesioni a tre costole oltre alle altre già indicate nel capo d’imputazione. Non ha saputo spiegare perché abbia atteso così tanto per farsele mettere a referto ma ha detto di avere continuato a praticare tiro con l’arco in questi mesi”. Al termine dell’udienza, il processo è stato aggiornato al 6 settembre 2024.

La donna ieri è uscita dalla prigione di massima sicurezza di Gyorskocsi utca di Budapest dove era rinchiusa da oltre 15 mesi per essere trasferita al domicilio dove sconterà la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa della fine del processo. Il 15 maggio una commissione di secondo grado del tribunale di Budapest ha accolto il ricorso presentato dai suo legali e le ha concesso la detenzione ai domiciliari con il braccialetto elettronico e dietro il pagamento di una cauzione di 40mila euro. Dopo alcuni giorni di attesa il bonifico, partito la settimana scorsa dall’Italia, è arrivato e Ilaria Salis è uscita dal carcere. 

Carlo Nordio

“C’è un enorme tutela per la persona aggredita, che è ungherese, e poi viene rivelato il domicilio di Ilaria. È un sistema inaccettabile, non mi pare sia un processo giusto”, ha detto Roberto Salis in una pausa del processo. “È stata anche respinta la richiesta di aggiornare il processo a quando avremo tutti gli atti in italiano e faremo le opportune proteste anche su questo”, ha concluso. Pronta la replica del ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Non è possibile che un governo interferisca con la magistratura”. Sul caso Salis “è stata seguita la procedura prevista dagli accordi internazionali. La concessione dei domiciliari in Italia può essere fatta dopo la concessione nel paese di detenzione. Chiedere e ottenere i domiciliari in Ungheria è la ‘condicio sine qua non’ per ottenerli in Italia”.

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