La conferma dei leader di Alleanza Verdi Sinistra arriva dopo una precedente smentita. La 39enne italiana è ancora detenuta in Ungheria.
Roma – “Alleanza Verdi e Sinistra in accordo con Roberto Salis ha deciso di candidare sua figlia Ilaria, detenuta in Ungheria, in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone, nelle proprie liste alle prossime elezioni europee”. L’annuncio lo danno Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli di Avs. Una scelta che era stata già molto discussa quando a fare il nome della Salis era stato il Pd, ma la segretaria dem Elly Schlein aveva ritenuto di non andare avanti. Nel dibattito sul toto-nomi, aveva detto “terrei fuori una situazione delicata come questa”.
“In queste ore – spiegano infatti Fratoianni e Bonelli in una nota ufficiale – i gruppi dirigenti nazionali stanno discutendo le modalità di questa scelta che vuole tutelare i diritti e la dignità di una cittadina europea, anche dall’inerzia delle autorità italiane per ottenere una rapida scarcerazione in favore degli arresti domiciliari negati con l’ultima decisione dai giudici ungheresi”.
“L’idea è che intorno alla candidatura di Ilaria Salis si possa generare una grande e generosa battaglia affinché l’Unione Europea difenda i principi dello Stato di Diritto e riaffermi l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali su tutto il suo territorio e in ognuno degli stati membri. Il nostro – proseguono i due leader di Avs – è un gesto che può servire a denunciare metodi incivili di detenzione, soprattutto verso chi è ancora in attesa di un giudizio. In tal modo Europa Verde e Sinistra Italiana intendono portare nel futuro Parlamento europeo iniziative legislative per la salvaguardia dei diritti delle persone coinvolte in procedimenti penali in tutti i paesi dell’Unione. Nei prossimi immediati giorni sarà convocata una conferenza stampa”.
In caso di elezione al Parlamento europeo scatterebbe l’immunità e Salis tornerebbe libera. Niente più carcere e niente più immagini in ceppi e catene. Secondo il regolamento dell’europarlamento, infatti, i suoi membri non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per la durata del mandato, a meno di arresto in flagranza di reato. La procura generale ungherese poi dovrebbe chiedere al Parlamento Ue l’autorizzazione a procedere. Se concessa il processo a suo carico riprenderebbe ma lei lo affronterebbe da donna libera.
La 39enne docente italiana è detenuta da più di 13 mesi a Budapest con l’accusa di aver partecipato a due aggressioni nei confronti di militanti neofascisti e rischia una condanna a 11 anni. Per lei è stata respinta la richiesta dei domiciliari avanzata dai suoi legali. Sulla sua vicenda, è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che a Pasqua ha telefonato al padre dell’attivista.
Alla notizia della candidatura di Salis con Avs la premier Giorgia Meloni ha commentato: “Una candidatura che non cambia il lavoro del governo”. Meloni al termine del vertice Ue rispondendo alle domande dei cronisti ha ricordato che “già in passato ho detto che la politicizzazione della vicenda non aiuta”.